Rigopiano, altri 23 indagati: avviso di garanzia anche all’ex prefetto

Rigopiano, altri 23 indagati: avviso di garanzia anche all’ex prefetto

Rigopiano, altri 23 indagati. La Procura di Pescara ha emesso 23 nuovi avvisi di garanzia per la vicenda dell’Hotel Rigopiano travolto da una valanga lo scorso gennaio che ha provocato 29 morti.

Rigopiano, altri 23 indagati: tra loro l’ex prefetto e altri dirigenti pubblici

Raggiunti dall’avviso di garanzia numerosi dirigenti pubblici oltreché l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, il presidente della provincia di Pescara Antonio Di Marco e il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta. Provolo era stato trasferito a Roma nelle scorse settimane. Gli avvisi di garanzia sono in corso di notifica presso il comune di Farindola (Pescara), la Provincia di Pescara e la Prefettura.

Tra i reati ipotizzati ci sono quelli di omicidio e lesioni plurime colpose per tutta la catena dei soccorsi, che va dagli indagati della prefettura al Comune di Farindola. Per gli altri indagati sono ipotizzati anche i reati di falso e abuso edilizio.

Gli altri indagati

Bruno Di Tommaso, Paolo D’Incecco, Mauro Di Blasio, Enrico Colangeli, Pierluigi Caputi, Carlo Giovani, Vittorio Di Biase, Emidio Primavera, Sabatino Belmaggio, Andrea Marrone, Luciano Sbaraglia, Marco Del Rosso, Massimiliano Giancaterino, Antonio De Vico, Antonio Sorgi, Giuseppe Gatto, Giulio Honorati, Tino Chiappino, Leonardo Bianco, Ida De Cesaris.

Secondo i carabinieri forestali di Pescara che hanno condotto le indagini, la Prefettura si attivò troppo tardi nell’aprire il Centro coordinamento soccorsi e l’Unità di crisi. Lo fece solo dopo le 12 di quel 18 gennaio, il giorno stesso della valanga.

A quel punto però non era più in grado di gestire le emergenze che si stavano accumulando, come ad esempio la rottura della turbina sgombraneve. E solo alle 18.28, quasi un’ora dopo che una montagna di neve aveva spazzato via l’hotel a Rigopiano, chiese l’intervento del personale e delle attrezzature dell’esercito per lo sgombero delle strade nei paesi montani del Pescarese.

 

Nell’informazione di garanzia notificata ai 23 indagati si leggono anche le cause della morte delle 29 vittime: asfissia, ostruzione delle vie respiratorie e compressioni del torace, violenti traumi contusivi e da schiacciamento a seguito del crollo della struttura, crash syndrome con compartecipazione di un progressivo quadro asfittico, emorragie subracnoidea traumatica, asfissie da valanga e in presenza di basse temperature.

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