Omicidio Pamela, Oseghale tradito dalle intercettazioni ambientali
Omicidio Pamela, svolta nelle indagini. Stando a quanto è emerso nelle ultime ore uno dei nigeriani detenuti per l’assassinio della 28enne Pamela Mastropietro, sarebbe stato intercettato in carcere mentre confessava la sua totale responsabilità.
Restano in carcere i due nigeriani accusati di aver ucciso e poi vilipeso e occultato il cadavere di Pamela. La ragazza romana è stata uccisa con due coltellate al torace in un appartamento di Macerata tra il 29 e il 30 gennaio scorso.
Il Tribunale del Riesame ha respinto il ricorso presentato dai difensori di Lucky Desmond e Awelima Lucky per ottenerne la scarcerazione. I due nigeriani erano stati fermati nei primi giorni di febbraio e successivamente, il 14 febbraio, il Gip aveva convalidato al termine dell’interrogatorio di garanzia il provvedimento restrittivo, basato sulle accuse di concorso in omicidio volontario, vilipendio di cadavere e occultament.
Il terzo nigeriano coinvolto è in stato di detenzione nel carcere di Marino del Tronto (Ascoli Piceno): si tratta di Innocent Oseghale. Si tratta dell’affittuario dell’appartamento di via Spalato 124 dove Pamela, seguì Oseghale e dove poi avvenne l’omicidio. Inizialmente, il nigeriano era stato il primo a finire indagato poi, però, l’autopsia mise in dubbio l’ipotesi della morte dovuta ad atto violento, a omicidio, e venne fuori l’ipotesi di morte per overdose, cui seguì il vilipendio di cadavere.
Omicidio Pamela: l’intercettazione e la svolta alle indagini
Ci sono ancora diversi aspetti da chiarire sul brutale delitto, oltre che responsabilità ben definite. Da un’intercettazione in carcere emerge che Oselghale abbia confessato la sua respondabilità. A riportarlo, un articolo pubblicato sul Giorno. Sembra che Oseghale abbia chiesto di incontrare la compagna, una ragazza italiana con la quale ha vissuto in via Spalato fino alla nascita della loro bambina, l’incontro si è tenuto in carcere.
Lì lui le avrebbe confessato il delitto. Lo stesso quotidiano riporta oggi di altre conferme che avvalorano gli esami tossicologici e gli esami autoptici svolti sulle membra della povera Pamela. Arriva poi la prova decisiva: il Dna di Innocent Oseghale è stato trovato sui resti della giovane. È uno dei pochi dati che trapelano dagli accertamenti condotti dal Ris sul corpo della diciottenne. Come riporta il “Giorno”, da quelle tracce sono stati poi estratti due dna diversi: uno coincide con quello del tassista che ha raccontato di aver passato del tempo con Pamela il 29 gennaio e di averla poi vista allontanarsi con Oseghale; e l’altro coincide con quello di Oseghale.