A gennaio il debito pubblico italiano raggiunge i 2.980,5 miliardi – BankItalia

A gennaio, il debito pubblico italiano ha raggiunto i 2.980,5 miliardi di euro, con un aumento di 14,8 miliardi rispetto al mese precedente. Le disponibilità liquide del Tesoro e il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche hanno contribuito all’incremento, mentre scarti e premi all’emissione e al rimborso hanno avuto un effetto opposto. Il debito delle amministrazioni centrali è salito di 14,9 miliardi, mentre quello delle amministrazioni locali è diminuito di 0,1 miliardi. La vita media residua è di 7,9 anni e la Banca d’Italia detiene il 21,4% del debito. I non residenti possiedono il 31,2% mentre gli altri residenti il 14,2%.
Debito delle amministrazioni pubbliche in Italia a gennaio 2021
Secondo i dati della Banca d’Italia, a gennaio 2021 il debito delle amministrazioni pubbliche italiane è aumentato di 14,8 miliardi rispetto al mese precedente, arrivando a quota 2.980,5 miliardi. Questo aumento è stato principalmente causato dall’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro, pari a 12,3 miliardi, e dal fabbisogno delle amministrazioni pubbliche, che ha ammontato a 2,9 miliardi. Tuttavia, sono da considerare anche gli effetti degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e delle variazioni dei tassi di cambio, che complessivamente hanno influito per circa 0,5 miliardi.
Nella suddivisione per sottosettori, si è osservato un aumento del debito consolidato delle amministrazioni centrali di 14,9 miliardi, mentre il debito delle amministrazioni locali è diminuito di 0,1 miliardi. Il debito degli enti di previdenza è rimasto stabile e la vita media residua del debito è rimasta ferma a 7,9 anni.
È interessante notare che la percentuale del debito detenuta dalla Banca d’Italia è scesa al 21,4%, rispetto al 21,7% del mese precedente. Allo stesso tempo, a dicembre, la quota detenuta dai non residenti è salita di un decimo di punto al 31,2%, mentre quella detenuta dagli altri residenti è rimasta stabile al 14,2%, con una predominanza di famiglie e imprese non finanziarie.
Questi dati evidenziano la complessa situazione del debito delle amministrazioni pubbliche in Italia, con diverse dinamiche in atto che influenzano il suo andamento nel contesto economico attuale.
Il debito pubblico italiano a gennaio 2021
A gennaio scorso, il debito delle amministrazioni pubbliche italiane ha registrato un aumento di 14,8 miliardi rispetto al mese precedente. Questo ha portato il debito complessivo a raggiungere quota 2.980,5 miliardi di euro. Tale incremento è stato influenzato positivamente dalle disponibilità liquide del Tesoro, che sono aumentate di 12,3 miliardi, ma anche dal fabbisogno delle amministrazioni pubbliche che ha contribuito con 2,9 miliardi. D’altro canto, gli scarti e i premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione dei tassi di cambio hanno influito negativamente, con una diminuzione complessiva di circa 0,5 miliardi.
Riguardo alla suddivisione per sottosettori, si è registrato un aumento del debito consolidato delle amministrazioni centrali di 14,9 miliardi, mentre quello delle amministrazioni locali è diminuito di 0,1 miliardi. Il debito degli enti di previdenza è invece rimasto quasi invariato, con una vita media residua ferma a 7,9 anni.
La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è scesa al 21,4%, rispetto al 21,7% del mese precedente. Al contrario, a dicembre, la quota detenuta dai non residenti è aumentata dello 0,1% arrivando al 31,2%, mentre quella in mano agli altri residenti è rimasta stabile al 14,2%, prevalentemente tra famiglie e imprese non finanziarie.
Il contesto economico nazionale evidenzia l’importanza di monitorare attentamente l’andamento del debito pubblico, in un periodo di incertezza e sfide economiche globali.
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