Accusa di premeditazione nel femminicidio di Giulia Cecchettin: Turetta rischia l’ergastolo
La Procura di Venezia sta terminando le indagini sul femminicidio di Giulia Cecchettin, una studentessa di 22 anni uccisa a coltellate lo scorso novembre dal suo ex fidanzato Filippo Turetta, attualmente in carcere e confessato l’omicidio.
Dopo aver commesso il delitto, Turetta ha cercato di fuggire in Germania, ma è stato arrestato otto giorni dopo con un mandato di arresto europeo. Una volta tornato in Italia, è stato trasferito nel carcere di Verona.
Secondo quanto riportato dal Gazzettino, i pubblici ministeri vogliono fissare l’udienza preliminare davanti al giudice già a giugno per ottenere il rinvio a giudizio. Il processo davanti alla Corte d’assise potrebbe iniziare in autunno. Nonostante i procuratori stiano cercando di mantenere il massimo riserbo sulle fasi finali delle indagini, l’attenzione dei media si è concentrata su una delle circostanze aggravanti, la premeditazione.
Se la premeditazione fosse confermata e accettata dai giudici, Turetta rischierebbe una condanna all’ergastolo. Secondo l’accusa, il femminicidio di Giulia Cecchettin è stato pianificato. Prove come il nastro adesivo trovato in auto, i sacchi e il coltello utilizzato durante l’aggressione indispongono a favore di questa ipotesi.
Infatti, per dimostrare la premeditazione, i giudici devono essere convinti che il delitto sia stato pianificato nei minimi dettagli per un certo periodo di tempo. Saranno due giudici e una giuria popolare a valutare se accettare l’aggravante della premeditazione, insieme alla possibile prova dei messaggi conservati da Turetta e alle ricerche effettuate sul suo computer prima del femminicidio.
In conclusione, il processo a Filippo Turetta sarà cruciale per far luce sulla tragica morte di Giulia Cecchettin e garantire giustizia per la giovane vittima.