Aggressioni in ospedale, due casi a Palermo e Bologna
Si riaccende la polemica sulla sicurezza degli operatori sanitari. Negli ultimi mesi sono sempre più frequenti i casi di aggressione a medici e personale sanitario delle strutture ospedaliere. Nelle scorse ore sono arrivate nuove segnalazioni dalla Sicilia e dall’Emilia Romagna.
A Palermo sono ben due gli episodi di aggressione. Al pronto soccorso dell’ospedale Civico, una dottoressa e un’infermiera sono state picchiate da due donne in attesa di essere visitate. Il personale sanitario racconta: “Si tratta di due donne che si recano spesso in ospedale, togliendo tempo ai codici rossi. Oggi quando si sono presentate c’erano 12 codici rossi e 36 codici gialli”. Impazienti le due donne hanno colpito alla testa e al torace due unità del personale sanitario.
All’Ismett invece, i parenti di una donna malata terminale, alla notizia del decesso si sono scagliati contro medici e infermieri. Anche in questo caso è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine per riportare la calma.
A Bologna, dell’ospedale Maggiore, una donna di 50 anni ha aggredito una dottoressa ed un’infermiera con calci e pugni. La donna era affetta da una patologia oncologica e aveva chiesto con insistenza un trattamento medico legato alla sua malattia, ma il personale sanitario, non conoscendo la sua storia clinica ha preferito aspettare. Sono dovuti intervenire due uomini, seduti in sala d’aspetto e una pattuglia della polizia per calmare gli animi. I due operatori sanitari aggrediti valuteranno adesso se denunciare o meno per lesioni la donna.
Marisa Faraca, sindacalista della Cisl Medici, da tempo affronta il problema della sicurezza negli ospedali e commenta: “È necessario affrontare il prima possibile questo tema, l’ho chiesto anche alla regione. In questo settore, sono le donne a essere maggiormente esposte. Gli atti di violenza a danno degli operatori richiedono la messa in atto di opportune iniziative di protezione e prevenzione”.