“Aleppo liberata”, arriva l’annuncio di Mosca all’Onu
Da Mosca arriva l’annuncio: “Aleppo è stata liberata”. “Un’azione di successo e un gesto umano in tutti i sensi delle truppe siriane”. Queste le parole del portavoce del ministero della difesa generale maggiore Igor Konashenkov, che ha sottolineato come “tutti gli allarmi teatrali” diffusi da parte britannica e francese su “250 mila civili rimasti bloccati ad Aleppo”, altro non sono che l’espressione di “parolai russofobi”.
Dichiarazioni che restituiscono uno scenario radicalmente diverso da quello finora descritto dall’ONU, che ha denunciato l’uccisione, da parte delle forze lealiste, di decine di bambini e donne bruciati vivi. Esercito lealista, in cui sono stati arruolati, con la tortura, i civili in fuga. Tra le vittime, che si dovrebbero aggirare intorno alle 200, ci sarebbe anche lo staff medico dell’ospedale Al Hayat.
Si parla di almeno 120 mila ‘ostaggi’ sotto le bombe. “Non lasceremo nulla di intentato presso il regime siriano, ma anche Russia e Iran, affinchè la popolazione civile venga protetta e il sostegno umanitario possa essere assicurato”, hanno dichiarato, in una nota congiunta la Merkel e Hollande, che puntano all’evacuazione della popolazione senza che questa possa essere “vittima di repressione”.
Nel frattempo, Vitaly Churkin, ambasciatore russo all’Onu, respinge con forza le accuse di tortura sui civili per mano delle truppe di Assad, denunciate dall’Onu e annuncia ufficialmente “la fine delle operazioni antiterrorismo”, chiarendo che i ribelli e le loro famiglie “stanno al momento passando attraverso i corridoi (umanitari) concordati nelle direzioni che hanno scelto volontariamente, inclusi quelli in direzione di Idlib”, la provincia roccaforte anti-Assad.
Dichiarazioni che, tuttavia, non trovano credito a livello internazionale. Gli Stati Uniti per primi, attraverso le parole del portavoce del dipartimento di Stato John Kirby, non confermano la fine delle ostilità ad Aleppo est: “Non posso confermarla, stiamo vigilando”.
Preoccupazione anche da parte della Turchia: “I nostri sforzi continuano per consentire ai civili di lasciare la città”, dichiara il ministro Cavusoglu, che parla di un accordo già siglato, frutto di negoziati tra l’intelligence turca e l’esercito russo, “per consentire a civili e ribelli di lasciare la città”.