Aleppo, oltre 13 mila civili sfollati nelle ultime 24 ore
Oltre 13 mila civili, secondo quanto riferisce il Ministero della Difesa russo, hanno abbandonato le zone di Aleppo est conquistate dall’esercito siriano e si sono dirette verso i centri di accoglienza predisposti alle spalle delle linee di guerra. Ormai le zone controllate dagli eserciti anti-siriani ammonta a meno del 10% della città, ma hanno ancora migliaia e migliaia di ostaggi. Anche se 3500 di loro sono riusciti a fuggire per mettersi sotto la protezione dell’esercito.
Intanto, l’esercito siriano ha fermato l’assalto dello Stato Islamico a Palmira, una delle principali città siriane. L’assalto è stato sferrato a sorpresa da oltre 5000 miliziani, provenienti dall’Iraq (Raqqa e Mosul sono sotto attacco, ma lo Stato Islamico è stato creato per colpire la Siria, quindi non ha interesse a difendere le città in Iraq), per creare un diversivo e allentare la pressione su Aleppo.
Continua l’avanzata dell’esercito siriano ad Aleppo. Le forze governative sono entrate in un quartiere nella zona sud-est, riuscendo ad avere il controllo sul 90% delle aree finora in mano ai ribelli. L’osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito che il quartiere di Sheikh Said è stato teatro di violenti combattimenti e pesanti raid aerei. Per la ong altri 10mila civili sono fuggiti dai quartieri sotto l’Isis per raggiungere i settori conquistati dalle forze governative.
Nell’ultima giornata dalle zone di Aleppo sotto il controllo dei militanti con l’assistenza del Centro russo per la riconciliazione delle parti in conflitto, sono stati evacuati 13.346 civili, tra cui 5.831 bambini. A deporre le armi e spostarsi verso la parte occidentale della città 728 militanti.
Le persone rimaste intrappolate ad Aleppo sono l’ultimo ostacolo da superare per la totale distruzione del tutto da parte delle forze del regime di Bashar al-Assad. La paura che molti hanno oggi, ad Aleppo, è di essere miracolosamente sopravvissuti alla guerra e di finire in carcere: le forze del regime e i loro alleati infatti arrestano e interrogano chiunque nella spasmodica ricerca dei ribelli. Centinaia di persone tra i 30 e i 50 anni sarebbero scomparse nel nulla dopo aver attraversato la prima linea del fronte per andare nei territori già sotto il controllo del regime.
L’offensiva
Prima dell’inizio dell’offensiva finale su Aleppo in città risiedevano ancora 250.000 persone, ma secondo alcuni siriani erano 300.000. Oggi, con buona parte di Aleppo riconquistata dai lealisti, l’ufficio dell’ONU per i diritti umani parla di ancora 100.000 persone rimaste in zona di guerra ma il numero è impossibile da valutare con cognizione di causa.
A pagare il prezzo più caro della mattanza siriana sono sempre gli stessi, i civili: oggi a Ginevra i negoziati si concentreranno sull’apertura di corridoi che permettano ai civili, e ai combattenti in resa, di evacuare la zona rossa. Ma la diversa percezione delle cose potrebbe portare al solito nulla di fatto.
Ricordiamo la morte del giovane clown 24enne, che ha perso la vita durante un raid nemico.