Alitalia, lavoratori dicono No: rischio amministrazione straordinaria

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I lavoratori di Alitalia hanno espresso il loro verdetto e  hanno bocciato l’intesa per il salvataggio della compagnia.

Il futuro incerto che ora spetta al vettore è tutta un’incognita. La gran parte dei dipendenti della compagnia ha infatti detto No all’intesa sul taglio al costo del lavoro e ieri in tarda serata è emersa una vittoria schiacciante.

Oltre due terzi dei dipendenti, ha rigettato il pre-accordo firmato tra sindacati e azienda e ora per Alitalia.

Ora si aprono le porte dell’amministrazione controllata e della liquidazione, con costi per la collettività stimati in un miliardo di euro.

Consiglio di amministrazione straordinario

Il Consiglio di amministrazione di Alitalia si riunirà oggi per deliberare la richiesta di amministrazione straordinaria speciale. Probabile anche la contestuale uscita dei soci e la consegna  delle chiavi dell’azienda al governo. Una volta formalizzata la richiesta, il ministero dello Sviluppo Economico procederà con la nomina di uno o più commissari.

Il No è stato più che altro un voto di protesta contro la gestione voluta da Etihad. Entrata in Alitalia nel 2014. Ma i problemi nella compagnia sono nati già a cavallo del 2000. Con la concorrenza delle neonate «low cost» e si sono aggravati nel 2008 quando saltò la trattativa per la vendita di Alitalia ad Air France.

Se avesse vinto il sì i soci avrebbero garantito un impegno finanziario da due miliardi di euro. Di cui 900 milioni di nuova finanza. Un intervento consistente, che però adesso Etihad, il socio di peso di Abu Dhabi, e le banche azioniste e creditrici Intesa Sanpaolo e Unicredit non vorranno più sostenere.

I dati sul voto

Nei giorni del voto si è presentato alle urne l’87% dei lavoratori, 10.101 sugli 11.602 aventi diritto. Una partecipazione molto alta, soprattutto per un’azienda i cui dipendenti non sono abituati a esprimere preferenze su accordi sindacali.

Tra i lavoratori serpeggiano tristezza e rabbia per la situazione dell’azienda, che da mesi perde oltre un milione di euro al giorno.

I tagli del piano

I piloti e gli assistenti di volo sono la categoria che sarebbe stata più colpita dall’accordo. Previsto un taglio dello stipendio dell’8% e dei riposi annuali, hanno votato compatti per il No, oltre il 90% secondo alcune fonti. Nel personale di terra invece, per cui erano previsti 980 esuberi, c’è stata una frattura: un terzo avrebbe rigettato l’intesa.

Ipotesi amministrazione straordinaria

L’amministrazione straordinaria, secondo quanto anticipato dal ministro Calenda, per circa sei mesi dovrebbe servire per accompagnare Alitalia verso la liquidazione, per un costo per le casse dello Stato stimato in circa 1 miliardo, compresa la spesa per gli ammortizzatori sociali. «Attendiamo le valutazioni e le decisioni degli azionisti e del governo – sostengono in una nota congiunta Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt e Uglta – nella consapevolezza di cercare sino all’ultimo ogni soluzione possibile per evitare decisioni che sarebbero traumatiche e non più modificabili».

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