Ambra Angiolini si unisce ad Animenta e Danone per sensibilizzare contro i Disturbi del Comportamento Alimentare.

Ambra Angiolini si unisce ad Animenta e Danone per sensibilizzare contro i Disturbi del Comportamento Alimentare.

La campagna “Non è nel cibo il mio disturbo alimentare” presentata a Milano si pone l’obiettivo di sensibilizzare sul fatto che i disturbi alimentari non vanno cercati e curati soltanto a tavola, ma richiedono un approccio multidisciplinare che metta al centro la persona, il suo vissuto e le sue emozioni. Ideata da Ambra Angiolini e realizzata in collaborazione con Animenta e Danone Italia, la campagna punta a far emergere il dolore emotivo profondo che sta alla base di questi disturbi, sottolineando l’importanza dell’empatia e dell’ascolto non giudicante. L’obiettivo è contribuire a cambiare la narrativa dei disturbi alimentari e a promuovere un impegno collettivo per ridurre il malessere nascosto dietro a queste patologie.

La campagna di sensibilizzazione contro i disturbi alimentari

Milano (Italpress) – Un’imponente tavola è stata allestita dove una ragazza si nasconde, rannicchiata e sofferente. Il cibo sembra sovrastarla, ma il vero problema risiede altrove. I pensieri complessi che rimbombano dentro di lei sono quelli legati alla paura della vita, alla sensazione di inadeguatezza, al timore di non farcela. La campagna “Non è nel cibo il mio disturbo alimentare”, presentata presso il Cinema Anteo di Milano, vuole sensibilizzare il pubblico a comprendere che questi disturbi non possono essere risolti a tavola, poiché non riguardano solamente l’alimentazione.

Ambra Angiolini, ideatrice e regista dello spot della campagna, insieme ad Animenta e con il contributo di Danone Italia con il brand Nutricia Fortini, ha sottolineato l’importanza di affrontare i disturbi alimentari in sedi specializzate. Gli esperti presenti all’evento hanno evidenziato che i disturbi della nutrizione riflettono un dolore emotivo profondo e richiedono un approccio che coinvolga anima, mente e corpo. La cura passa anche attraverso l’empatia e l’ascolto delle persone che lottano contro i DCA.

Danone Italia ha deciso di sostenere la campagna per sensibilizzare sul tema dei disturbi alimentari, riconoscendo che la nutrizione non è l’unica cura necessaria per affrontare tali patologie complesse. La collaborazione con Animenta e Ambra Angiolini punta a coinvolgere enti del terzo settore e professionisti clinici per cambiare la narrativa sui disturbi alimentari e dare voce alle persone che soffrono in silenzio.

La campagna di sensibilizzazione contro i disturbi alimentari: “Non è nel cibo il mio disturbo”

Ambra Angiolini ha presentato una campagna di sensibilizzazione al Cinema Anteo di Milano. Questa campagna mira a far comprendere che i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) non sono solo una questione di cibo. La protagonista dello spot è una ragazza rannicchiata sotto una tavola imbandita, simbolo dei pensieri complessi che affronta all’interno di sé. La dottoressa Eugenia Dozio ha sottolineato che i DCA sono il riflesso di un dolore emotivo profondo e che richiedono un approccio che consideri l’intreccio tra anima, mente e corpo.

La cura dei DCA passa anche attraverso l’empatia e l’ascolto. Ambra Angiolini, che ha vissuto personalmente un disturbo alimentare, ha testimoniato l’importanza della famiglia nell’affrontare questa patologia. Danone Italia, attraverso il brand Nutricia Fortini, ha scelto di sostenere la campagna, consapevole che la nutrizione da sola non può curare queste patologie complesse. La collaborazione con Animenta e Ambra Angiolini si propone di sensibilizzare sul tema dei DCA e creare dialogo e collaborazione per cambiare la narrativa dei disturbi alimentari.

Manuela Borella, Vicepresidente Nutrizione Specializzata Danone Italia e Grecia, ha sottolineato l’impegno dell’azienda nel contribuire a cause sociali rilevanti. Aurora Caporossi, fondatrice di Animenta, ha dichiarato che la campagna “scava nelle emozioni” per far conoscere sempre di più cosa c’è dietro ai DCA e contribuire a cambiare la percezione di questi disturbi. La lotta contro i DCA richiede un impegno collettivo per portare l’attenzione su ciò che spesso resta invisibile e si cela dietro al malessere.

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