Ammiraglio italiano alla guida della forza navale dell’UE al largo delle coste libiche

Ammiraglio italiano alla guida della forza navale dell’UE al largo delle coste libiche

Il contrammiraglio italiano Armando Simi è stato nominato dal Comitato politico e di sicurezza dell’UE per assumere il comando dell’operazione EUNAVFOR MED IRINI, incaricata di attuare l’embargo sulle armi delle Nazioni Unite contro la Libia. Simi ha preso il posto del contrammiraglio Konstantinos Bakalakos della Marina greca, che ha servito come comandante della forza negli ultimi sei mesi. La cerimonia di passaggio di comando si è svolta a bordo della fregata greca HS ELLI presso la Base Navale di Taranto, con il Contrammiraglio Stefano Turchetto, Comandante dell’Operazione, a presiederla.

La Task Force dell’UE coinvolge unità di pattugliamento aereo e navali provenienti da 23 Stati membri dell’UE, che operano tra l’Europa e la Libia. Utilizza basi operative e strutture di supporto logistico in Italia e Grecia. Il Comandante della Forza, con uno staff multinazionale di circa 20 persone, esercita il comando dalla nave ammiraglia, riferendo al Comandante dell’Operazione a Roma presso il quartier generale della Forza Navale dell’UE nel Mediterraneo, Operazione IRINI.

Il Contrammiraglio Armando Simi continuerà la missione della task force a bordo del pattugliatore d’altura italiano, la ITS Paolo Thaon de Revel, la nuova nave ammiraglia dell’Operazione IRINI. IRINI ha segnalato 10 voli sospetti verso la Libia a marzo e ha effettuato 3 visite a bordo di navi sospettate di violare il divieto di esportazione di armi durante lo stesso mese. Ha anche comunicato con altre 352 navi mercantili tramite chiamate radio.

Da quando è stata istituita, IRINI ha ispezionato 26 navi sospette e sequestrato carichi di contrabbando in violazione dell’embargo sulle armi. L’operazione ha reindirizzato tali carichi verso i porti degli Stati membri dell’UE. Oltre all’embargo sulle armi, IRINI monitora anche altre attività illegali come il traffico di esseri umani e di petrolio nelle acque internazionali al largo della costa libica. Queste attività minacciano la stabilità della regione e la sicurezza nel Mediterraneo.

Nonostante i successi ottenuti, le sfide persistono, in particolare con la Turchia che si rifiuta di consentire l’abbordaggio e l’ispezione di navi sospette dall’avvio dell’operazione IRINI tre anni fa. La vigilanza e il controllo costante delle attività illegali sono cruciali per garantire la sicurezza e la stabilità in questa regione. La collaborazione internazionale e il coordinamento tra gli Stati membri dell’UE sono fondamentali per il successo dell’operazione IRINI e per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

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