Ancora raid in Siria: jet israeliani bombardano un sito militare

Ancora raid in Siria: jet israeliani bombardano un sito militare

Israele attacca la Siria, jet israeliani hanno sferrato una assalto contro un’infrastruttura militare siriana, indicata come centro per la produzione di armi chimiche.

Il comando generale dell’esercito siriano ha confermato l’attacco, sostenendo che nel raid sono morti due soldati e che i velivoli militari hanno lanciato i missili dal territorio libanese. L’opposizione siriana ha aggiunto che al raid avrebbero partecipato quattro caccia di Israele. Si tratta del primo da quando è stato raggiunto un cessate il fuoco tra il regime di Bashar al-Assad e i ribelli siriani, nel mese di luglio.

La reazione di Assad

L’esercito di Assad minaccia “pericolose ripercussioni di questa azione aggressiva sulla sicurezza e stabilità della regione” e afferma che “questa aggressione giunge nel disperato tentativo di innalzare il morale crollato dei terroristi dell’Isis dopo le vaste vittorie riportate dall’esercito siriano su più di un fronte” e quindi conferma “il diretto supporto fornito da Israele all’Isis e ad altre organizzazioni terroristiche”.

Funzionari israeliani hanno ammesso che Israele in passato ha attaccato carichi di armi diretti al gruppo libanese Hezbollah sostenuto dall’Iran, alleato del presidente siriano Bashar Assad, senza però precisare quali.

Distrutto un deposito di armi chimiche

Secondo Israele quello preso di mira è un centro scientifico militare: “La struttura a Masyaf produce anche armi chimiche e barili esplosivi che hanno ucciso migliaia di civili siriani”, ha scritto. Non ci sono conferme indipendenti che l’obiettivo del raid fosse effettivamente questo, ma in passato il governo siriano è stato accusato anche dall’Onu di condurre attacchi chimici, cosa che Damasco nega. Inoltre in passato funzionari israeliani hanno riferito che Israele e Russia, altro alleato di Assad, mantengono contatti regolari per coordinare l’azione militare in Siria.

 

Il segnale di ieri è al mondo intero. Se i russi non intendono garantire a Israele un’area libera da pericoli mortali, se anche gli Stati Uniti, come sta accadendo, nicchiano dando priorità alla questione Isis, Israele farà da solo.

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