Annullate dal Tar le nomine di cinque direttori di musei: due stranieri
Il Tar del Lazio che ha bocciato le nomine di cinque dei venti direttori dei supermusei. Il Tar ha dato ragione a due ricorsi, uno presentato da una candidata alla direzione di Palazzo Ducale e della Galleria Estense di Modena e l’altro di un candidato al ruolo di direttore di Paestum e dei musei archeologici di Taranto, Napoli e Reggio Calabria.
I motivi della “bocciatura”
Nella sentenza n. 6171/2017 i magistrati si soffermano negativamente sui criteri di valutazione dei candidati ammessi, criteri che non permettono di «comprendere il reale punteggio attribuito a ciascun candidato». Il Tar boccia poi il metodo dei colloqui a porte chiuse, «occorre che durante le prove orali sia assicurato il libero ingresso al locale».
Il bando «non poteva ammettere la partecipazione al concorso di cittadini non italiani». Inoltre lo scarto dei punteggi tra i candidati meritava «una più puntuale e più incisiva manifestazione di giudizio da parte della Commissione» valutatrice e la scelta di svolgere le prove orali a porte chiuse non ha assicurato i «principi di trasparenza e parità di trattamento dei candidati». queste le motivazioni del Tar del Lazio, con due distinte sentenze.
Le nomine contestate sono quelle di Paestum, Modena, Mantova, Taranto, Reggio Calabria. Quindi i direttori stranieri «bocciati» sono due: cioè Gabriel Zuchtriegel del Parco archeologico di Paestum e Peter Assmann del Palazzo ducale di Mantova. Ma adesso tutte le sette nomine sono a rischio perché il Tar del Lazio contesta in particolare proprio la selezione di candidati non italiani.
La reazione del ministro Franceschini
«Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il Tar Lazio annulla le nomine di 5 direttori. Non ho parole, ed è meglio…». Così il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, commenta la notizia. Il ministro ha anche annunciato: «Faremo subito appello al Consiglio di Stato». «Sono preoccupato per la figura che l’Italia fa nel resto del mondo, e per le conseguenze pratiche perché da oggi alcuni musei sono senza direttore».
Nel 2015 la riforma voluta dal ministro per il Beni culturali Dario Franceschini portò a una vera e propria rivoluzione nel sistema dei musei pubblici italiani per i quali, per la prima volta, furono nominati sette direttori stranieri su venti. La riforma ha anche assegnato i musei la piena autonomia organizzativa, scientifica, finanziaria e contabile.