Antitrust: stop a fusione tra Monsanto e Bayer: tutelare concorrenza

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Dopo l’annuncio a settembre del 2016 della fuzione tra i due colossi sementiri della Monsanto e della Bayer arriva lo stop dell’Antitrust.

I motivi del rinvio

L’acquisizione dell’americana Monsanto da parte della tedesca Bayer — che sborsando 66 miliardi di dollari (compresi i 10 di debiti) creerebbe un colosso mondiale nell’agrochimica — deve, quanto meno, attendere. La Commissione europea ha aperto «un’inchiesta approfondita» e ha aggiunto che prenderà una decisione in merito entro l’8 gennaio 2018. Bruxelles «teme che la concentrazione possa ridurre la concorrenza in settori come i pesticidi, le sementi e l’agrochimica» ed esaminerà quindi se l’accesso dei rivali ai distributori e agli agricoltori possa diventare più difficile a causa della fusione. Fusione che, mettendo assieme due concorrenti già alla guida dei settori degli erbicidi non selettivi, fertilizzanti e sementi, oltre all’agricoltura digitale, darebbe vita alla società integrata più grande del mondo di pesticidi e sementi. In pratica, tutto ciò che è alla base dell’agricoltura convenzionale e dell’allevamento.

Tutelare la concorrenza nella produzione di semi e pesticidi

Dietro la decisione della commissione antitrust il timore che il progetto di fusione sia destinato a ridurre la concorrenza nei prodotti chiave per l’agricoltura. “Semi e pesticidi sono essenziali per gli agricoltori e, alla fine delle filiera, per i consumatori. Dobbiamo assicurarci che gli agricoltori possano accedere ai prodotti innovativi, di migliore qualità e a prezzi competitivi”, ha detto il Commissario Ue alla concorrenza Margrethe Vestager. La Commissione, nonostante gli impegni prese dalle due compagnie, “li considera ancora insufficienti per eliminare i dubbi sulla compatibilità della fusione con la regolamentazione europea dei mercati”.

Concentrazione di colossi a livello mondiale

Il progetto di nozze tra Bayer e Monsanto è infatti soltanto l’ultimo in ordine di tempo di tre importanti operazioni nel settore agrochimico destinate a dare un nuovo assetto al comparto dopo il via libera di Bruxelles a Dow Chemical/Dupont e China Chemical/Syngenta. La Commissione sta lavorando con le Autorità di altri mercati, come gli Stati Uniti, l’Australia e il Brasile, perché passino al vaglio l’operazione.

Si tratta di «una preoccupazione reale anche per l’Italia — ha commentato ieri la Coldiretti — . Le recenti operazioni finanziarie hanno fatto nascere un vero e proprio oligopolio in un settore particolarmente sensibile come è quello dell’agricoltura e dell’alimentazione. La concentrazione nelle mani di poche multinazionali mette a rischio la sovranità alimentare e la biodiversità dei singoli Paesi».

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