Anziana denuncia 32enne per stupro, Dna lo scagiona: quel liquido è dell’amante 70enne
Un’anziana di 87 anni con i bollenti spiriti ancora in corpo, il suo amante di 70 anni, e un rumeno di 32 anni finito in carcere, ma adesso scagionato, accusato di avere abusato sessualmente della vecchietta. Non è la sceneggiatura di una telenovela sudamericana di secondo ordine, ma una storia italiana tutta vera. Arriva da Brescia, Castalcovati per la precisione.
L’esame del Dna dello straniero non lascia dubbi: non sono sue le tracce biologiche rinvenute negli indumenti intimi dell’anziana, ma sono di un settantenne, sposato, vicino di casa della donna. E si tratta di un colpo di scena, perché la storia aveva fatto il giro dello Stivale con tutta un’altra trama.
Ora, l’anziano ha ammesso di avere avuto rapporti intimi con l’ultra ottantenne. Agli inquirenti, invece, aveva riferito in un primo momento di un’aggressione subita nella sua abitazione e che non aveva più rapporti intimi con l’anziana da una decina di anni.
Il rumeno, vicino di casa dell’anziana, spesso rincasava dopo aver alzato il gomito. Faceva parecchio rumore, cosa che disturbava non poco l’anziana. Avevano spesso dei litigi. Forse l’anziana, che ha sempre indicato il rumeno come il suo violentatore, voleva fargli pagare quei comportamenti ritenuti non proprio da vicino di casa modello. E quale miglior modo per sbarazzarsene? Accusarlo di stupro e farlo arrestare.
Così, probabilmente, l’anziana ha architettato la finta violenza per levarselo dai piedi in fretta. Lo straniero in un primo momento è stato arrestato, peccato che poi gli esami sul suo Dna lo hanno scagionato. Il materiale biologico sulla biancheria della donna non è il suo, ma del 70enne, che si è scoperto essere l’amante della vecchia.
Una storia incredibile, che non mancherà certamente di riservare altri colpi di scena.