Approvato il codice antimafia: misure preventive anche per i corrotti

Approvato il codice antimafia: misure preventive anche per i corrotti

Approvata dalla Camera la legge che modifica il codice antimafia. Con 259 sì e 107 no (28 gli astenuti), il provvedimento votato da Montecitorio in terza lettura costituisce un testo unificato delle proposte di legge riguardanti le modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, e la delega al Governo per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate.

Misure preventive anche per i reati di corruzione

In base alla nuova normativa si allarga il perimetro dei possibili destinatari cui possono essere applicate le misure di prevenzione personali e di natura patrimoniale. Tra questi figura chi è indiziato di terrorismo o di assistenza agli associati a delinquere, chi è indiziato di associazione a delinquere finalizzata ad alcuni gravi delitti contro la Pubblica amministrazione, tra cui peculato, corruzione propria e impropria, corruzione in atti giudiziari, concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità. Misure di prevenzione sono applicabili anche agli indiziati di stalking.

Esteso il sequestro di partecipazioni sociali “totalitarie” a tutti i beni aziendali. Gli immobili, tra l’altro, potranno anche essere concessi in locazione alle forze di polizia o alle forze armate e ai vigili del fuoco. Viene quindi stabilito espressamente che non si può giustificare la legittima provenienza dei beni adducendo che il denaro utilizzato per acquistarli è frutto di evasione fiscale e se il tribunale non dispone la confisca, può nel caso applicare l’amministrazione giudiziaria e il controllo giudiziario.

La confisca allargata diventa obbligatoria anche per alcuni ecoreati e per l’autoriciclaggio e trova applicazione anche in caso di amnistia, prescrizione o morte di chi l’ha subita. In caso di revoca della confisca, la restituzione del bene avviene per equivalente se nel frattempo sia stato destinato a finalità di interesse pubblico.

Stretta anche su stalker e terroristi

Il nuovo codice di fatto si rivolge anche stalker e terroristi, oltre che per i corrottti. E proprio questa equiparazione tra corrotti e mafiosi ha creato un dibattito acceso in Parlamento e questo passaggio del provvedimento è stato di fatto contestato dalle opposizioni. “È un regalo al Paese”, è stato il commento della presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi. “Da oggi ci sono più strumenti per combattere la mafia, più trasparenza nella gestione dei beni confiscati, più garanzie per chi è sottoposto a misure di prevenzione. Una buona notizia per la lotta alla criminalità organizzata e per lo Stato di diritto”, ha affermato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando.

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