Arcivescovo di Palermo avverte i giovani: ‘Rifiutate la mafia e l’industria della droga’

Il Messaggio di Monsignor Corrado Lorefice durante la Marcia Antimafia a Casteldaccia
PALERMO (ITALPRESS) – Un forte richiamo alla coscienza collettiva e alla lotta contro la mafia è arrivato dall’Arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, nel corso della 42esima Marcia Antimafia organizzata dal Centro Studi “Pio La Torre” a Casteldaccia. L’evento ha visto la partecipazione di numerosi giovani, molti dei quali studenti, un segnale fondamentale per il futuro di una società più consapevole e libera dall’ombra della mafia.
Monsignor Lorefice ha sottolineato l’importanza di onorare la memoria di quei ragazzi, spesso coetanei dei partecipanti, che hanno perso la vita a causa delle sostanze stupefacenti. “Avevano la vostra età, 18 o 19 anni, ed è per questo che siamo qui oggi – ha affermato l’Arcivescovo – Prendere parte a una marcia antimafia significa sostenerli nella battaglia per un futuro migliore, soprattutto in un’epoca in cui l’assunzione di droghe inizia già a 10-12 anni”.
Il messaggio dell’Arcivescovo è chiaro: la mafia sfrutta la vulnerabilità dei giovani, offrendo loro una via d’uscita illusoria attraverso la droga. “La mafia non vuole la vostra felicità; la droga non offre felicità. Questo significa mettersi in marcia contro la mafia oggi”, ha esortato.
Il Ruolo degli Adulti e degli Educatori nella Lotta alla Droga
Nel suo intervento, mons. Lorefice ha anche rivolto un invito diretto ai giovani, chiedendo loro di non avere paura di chiedere supporto agli adulti. “A noi adulti chiedete di stare con voi. Non abbiate paura delle vostre fragilità e delle vostre incertezze – ha continuato – è importante che possiate fare domande e condividere le vostre inquietudini. Noi, come istituzioni, dovremmo essere al vostro fianco”.
L’Arcivescovo ha posto l’accento sulla facilità con cui i giovani possono essere coinvolti nel giro della droga: “I mafiosi vi chiedono cinque euro per una dose di crack, vi trasformano in consumatori e spacciatori. Dobbiamo respingere questa realtà e costruire percorsi di divertimento e relazione sani e privi di sostanze nocive”.
Sono state riportate le parole di personalità importanti che hanno affrontato il tema della droga. Ad esempio, il noto oncologo Umberto Veronesi affermava: “La salute è un bene prezioso, dobbiamo proteggerla dalle dipendenze”. Questo richiamo alla responsabilità è oggi più che mai attuale.
In questo contesto, l’Arcivescovo ha sottolineato l’importanza di un’azione collettiva: “Non possiamo fare questo da soli. Le istituzioni devono farsi carico di questa piaga sociale”. Ha ricordato che il Parlamento regionale ha recentemente approvato una legge anti crack, volta a combattere la diffusione delle droghe e a sostenere i giovani e le famiglie in difficoltà. “Tuttavia, c’è un bisogno urgente di decreti attuativi che concretizzino queste intenzioni. L’Assemblea Regionale Siciliana deve agire rapidamente”.
La Necessità di Presidi e Strutture di Supporto
Monsignor Lorefice ha fatto appello alla necessità di creare punti di riferimento per i giovani nei luoghi dove più spesso si consumano droghe. “Abbiamo bisogno di accoglienza, ascolto e cura. Serve una rete di strutture mediche e di supporto che possa offrire aiuto e prevenzione”, ha concluso.
Le parole dell’Arcivescovo trovano conferma in dati allarmanti. Secondo l’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze, circa il 14% dei giovani tra i 15 e i 24 anni ha fatto uso di droghe stupefacenti. Una statistica che deve far riflettere e agire.
La società civile e le istituzioni sono chiamate a un impegno collettivo per garantire un futuro senza droga ai giovani. L’appello di mons. Lorefice a collaborare, a unirsi contro la mafia e a prendersi cura delle nuove generazioni deve diventare un mantra, un impegno concreto di tutti.
La necessità di decreti attuativi per la legge anti crack è un importante passo verso la cura e la prevenzione delle dipendenze. Un messaggio che ha trovato eco anche nel mondo politico, dove si chiede un’accelerazione nei processi di attuazione.
In questo quadro, la marcia di Casteldaccia non è solo un evento simbolico, ma un momento cruciale per riflettere e agire. La società ha il dovere di proteggere i giovani, aiutarli a scegliere un cammino di vita sano e sostenibile, libero dalle insidie della droga e della mafia.
Le parole forti e chiare di mons. Lorefice rimangono nel cuore di chi ha partecipato: un richiamo all’azione, alla solidarietà e, soprattutto, alla speranza per un futuro migliore. La lotta alla mafia è una battaglia che riguarda tutti, da ogni angolo della società.
Non perderti tutte le notizie di cronaca su Blog.it