Arrestato a Palermo il re dei detersivi: “Gestiva azienda confiscata”

Arrestato a Palermo il re dei detersivi: “Gestiva azienda confiscata”

Arrestato a Palermo l’imprenditore Giuseppe Ferdico, il re dei detersivi. La misura cautelare è stata eseguita dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria.

Oltre a Ferdico, arrestate altre quattro persone ritenute dagli inquirenti responsabili di intestazione fittizia di beni, favoreggiamento personale e reale e estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, su disposizione del Gip hanno portato all’arresto anche di Francesco Montes, Pietro Felice, Antonino Scrima. Domiciliari, invece, per Luigi Antonio M.

I finanzieri hanno sequestrato quote societarie e beni appartenenti o riconducibili alla Fenice Store Srl e alla Ariaperta Srl per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro.

Centro Portobello in amministrazione giudiziaria

L’attività investigativa delle Fiamme Gialle si è concentrata sulla gestione del centro commerciale Portobello di Carini, del valore di oltre 70 milioni di euro e dotato di 35 negozi.

Il centro è in amministrazione giudiziaria a seguito del sequestro eseguito dal Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo nel 2012, nell’ambito di un procedimento di prevenzione a carico di Giuseppe Ferdico conclusosi (nel marzo 2017) con la confisca di primo grado.

Il quadro indiziario ricostruito dalla finanza

Le indagini, sviluppate anche mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno consentito di raccogliere indizi per ritenere come, “nonostante l’affidamento all’amministratore giudiziario, Ferdico fosse ancora il reale dominus del centro commerciale Portobello in quanto socio occulto della Ariaperta Srl e della Fenice Store Srl. Alle due società, amministrate di fatto da Montes, già condannato in via definitiva per bancarotta fraudolenta – specificano ancora gli investigatori – era stata affidata la gestione della galleria e del supermercato del centro commerciale”.

Le indagini della guardia di finanza hanno inoltre evidenziato la presunta “connivenza di Luigi Antonio M. amministratore giudiziario del centro commerciale Portobello, in violazione del vincolo fiduciario che lo legava all’autorità giudiziaria, agevolando le condotte di Ferdico e Montes”.

Ancora, le indagini hanno consentito di raccogliere indizi su “condotte estorsive all’interno del centro commerciale da Felice e Scrima, dipendente quest’ultimo di una società in amministrazione giudiziaria operante all’interno del Portobello”.

In particolare, le investigazioni hanno consentito di ricostruire “l’imposizione del pizzo al responsabile della società incaricata della vigilanza del centro commerciale che – in un’occasione – come documentato dalle telecamere installate dalle Fiamme Gialle, è stato costretto a consegnare la somma di 500 euro in contanti nelle mani di Scrima.

“All’interno del centro commerciale Portobello – dicono gli investigatori – si era di fatto consolidato un clima di omertà e sottomissione proprio di contesti delinquenziali di stampo mafioso, nell’ambito del quale i soggetti arrestati eludevano i provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria, continuando a compiere azioni illecite, protetti da un’amministrazione giudiziaria compiacente”.

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