Attentato Manchester, altri tre arresti: attentatore era già segnalato
La polizia di Manchester, al quale prendono parte le forze speciali antiterrorismo, ha effettuato un’operazione nel centro di Manchester. Sono stati compiuti altri tre arresti oltre quello di Salman Abedi, in connessione con l’attentato di lunedì. I fermi sono avvenuti nella zona sud di Manchester.
Sono quindi quattro in tutto le persone finite in manette al momento nelle indagini sull’attentato all’arena. Il 23enne arrestato ieri invece risulta essere Ismail Abedi, fratello di Salman Abedi, il terrorista esecutore dell’attentato. Il fermo è stato compiuto nella zona di Chorlton, non lontano dall’abitazione di Ismail.
Famiglia aveva segnalato l’attentatore
La famiglia dell’attentatore di Manchester aveva avvertito in passato le autorità britanniche della pericolosità del giovane: lo ha detto un funzionario dell’intelligence Usa alla NBC News. La bomba utilizzata da Abedi, ha aggiunto, era “grande e complessa”, realizzata con materiali difficili da ottenere nel Regno Unito. E questo può significare solo una cosa: “E’ quasi impossibile che non abbia avuto aiuto”.
Massima allerta
Dopo la strage i siti strategici di Londra, inclusi Buckingham Palace, Westminster e Downing Street, saranno da oggi sotto protezione militare: lo ha reso noto Scotland Yard. La premier Theresa May ha elebato il livello di allerta terrorismo nel Paese da ‘grave’ a ‘critico’, che equivale all’aspettativa di un nuovo attacco ‘imminente’.
Per ora sono poco meno di mille, esattamente 984, i soldati britannici dislocati, inizialmente solo a Londra, dopo l’allerta massima antiterrorismo seguita alla strage.
Chi è l’attentatore
Secondo il Times Salman Abed era tornato da poco da un viaggio in Libia l’attentatore che si è fatto esplodere a Manchester. “Era partito per la Libia tre settimane fa ed era tornato di recente, da qualche giorno”, ha detto un suo amico al quotidiano britannico. Il ventiduenne è figlio di un rifugiato libico, potrebbe aver quindi viaggiato anche in Siria e preparato l’attacco di lunedì sotto la guida jihadista. Il ministro degli interni francese ha detto che il kamikaze sarebbe stato in Siria ed avrebbe dato prova dei suoi legami con l’Isis.
La fitta rete di relazioni presente dietro la strage si arricchisce però anche di un altro personaggio: Raphael Hostey. Si faceva chiamare Abu Qaqa al-Britani da quando era andato in Siria a combattere. E con questo nome reclutava a Manchester, città dove era cresciuto, centinaia di uomini da spedire nelle terre del sedicente Califfato o da usare negli attentati su suolo britannico. Conosceva, rivela oggi il Daily Mirror, Salman Abedi e con ogni probabilità è stato lui a portarlo sulla strada dell’integralismo e del terrorismo. Prima di finire fulminato da un drone americano tre anni fa.