Autopsia sulla bimba di Trento: morta per encefalopatia malarica
L’autopsia effettuata sul corpo della piccola Sofia Zago ha confermato che ad uccidere è stata la malaria. “L’autopsia ha confermato il referto e la diagnosi ospedaliera di morte per encefalopatite malarica”, ha riferito il procuratore capo di Trento.
Stando ai risultati degli esami, la causa del decesso per Sofia è stata dunque la complicanza cerebrale causata dalla malaria. “I periti adesso hanno chiesto 60 giorni di tempo per la relazione autoptica – conclude il procuratore – e lavoreremo per contribuire a chiarire la vicenda”.
Si indaga ancora sul contagio
Restano invece le incertezze su come la bambina di 4 anni morta il 4 settembre a Brescia abbia contratto la malattia. Il materiale acquisito e i campioni biologici sono sotto sequestro dovranno essere esaminati ma ci vorranno ancora giorni per avere gli esiti di alcune analisi e forse settimane per completare le verifiche.
Le analisi in corso da parte dell’Iss sono intanto quelle per verificare se il Plasmodium falciparum, che risulta causa della malaria sia per Sofia che per gli altri pazienti ricoverati a Trento nello stesso periodo, sia dello stesso ceppo. Se così non fosse, non si potrebbe ipotizzare un contagio. Per la bimba intanto la Procura di Trento ha inviato stasera a Brescia il nulla osta per la sepoltura. Potrà dunque tornare alla famiglia per i funerali.
Da Trento si avanza poi anche l’ipotesi di analizzare campioni del sangue di Sofia raccolti durante il primo ricovero, quando veniva curata per il diabete. «Se si trovasse la malaria con l’analisi genetica, significherebbe che l’incubazione era già in corso mentre noi non potevamo nemmeno sospettarlo, altrimenti il vettore resta da cercare qui» dicono il direttore generale dell’azienda sanitaria, Paolo Bordon, il direttore sanitario, Claudio Dario, e la primaria di Pediatria, Nunzia Di Palma, sottolineando che non trovano errori nei protocolli seguiti durante il ricovero.
Sentita anche la famiglia del Burkina Faso
La famiglia del Burkina Faso, di cui quattro componenti erano all’ospedale di Trento con malaria nel periodo di ricovero della bambina morta, è stata intanto sentita dal Nas per l’indagine della Procura di Trento. «Serve – ha spiegato il procuratore capo di Trento – per contribuire a ricostruire le tappe della vicenda, a mettere in ordine la storia della bambina morta. Vorrei capire se si può accertare dove gli altri avevano messo i bagagli al ritorno dall’Africa, se ne avevano in ospedale, con che bagagli e di quali dimensioni avevano viaggiato».
Al momento non viene esclusa alcuna ipotesi sulla dinamica del contagio, ma nelle ultime ore gli esperti si stanno concentrando sulla possibilità che la piccola sia stata contagiata mentre era a Bibione, cioè prima del ricovero in ospedale a Portogruaro, dove è stata il 13 agosto, e a Trento, dove era dal 16 al 21 agosto. “Abbiamo ricevuto tutta la documentazione e valutato i tempi di incubazione della malaria, tra i 14 e i 20 giorni, che sono perciò compatibili con le date in cui Sofia era al mare”, ha detto a Repubblica Raniero Guerra, direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute, capo della task force che sta conducendo le indagini.