Baby Gang, la terribile sparatoria raccontata a Le Iene: le parole di chi ha vissuto l’orrore

Baby Gang, la terribile sparatoria raccontata a Le Iene: le parole di chi ha vissuto l’orrore

La lettera di Baby Gang indirizzata all’inviato delle Iene, Nicolò De Devitiis, è un grido di aiuto dal carcere di Busto Arsizio. Il giovane rapper si sente “sepolto vivo”, intrappolato in una situazione che non riesce a comprendere. La missiva è una testimonianza della sua disperazione e del bisogno di qualcuno che lo aiuti a far luce su quello che sta vivendo.

Il servizio delle Iene ha mostrato delle riprese inedite e integrali della rissa che ha coinvolto Baby Gang e Simba LaRue a Milano nel luglio del 2022. Le immagini ricostruiscono i momenti della colluttazione, evidenziando che il rapper sembrerebbe estraneo al presunto furto che è costato a lui e al suo compagno la condanna. Tuttavia, Baby Gang è stato ritenuto colpevole e condannato a 5 anni e due mesi di carcere.

Il racconto sul caso Baby Gang mette in luce una serie di eventi controversi, come l’arresto per la violazione dei domiciliari a causa di contenuti promozionali pubblicati su Instagram. L’entourage del rapper ha sostenuto che non fosse lui a pubblicare il materiale, ma collaboratori, rispettando gli accordi con il giudice. Baby Gang ha anche iniziato uno sciopero della fame per protestare contro questa decisione che gli impediva di diffondere la sua musica.

Nella lettera a Nicolò De Devitiis, Baby Gang si sfoga riguardo alle condizioni disumane in cui si trova, descrivendo le celle come luoghi di umidità e disperazione. L’appello all’inviato delle Iene è un grido di aiuto, un tentativo di far emergere la verità su quanto sta accadendo. Il rapper si dichiara incredulo di fronte a un sistema che lo ha privato della libertà per motivi futili, ma promette di continuare a fare musica e a esprimere le sue emozioni.

La lettera di Baby Gang è un’iniezione di sincerità e vulnerabilità, un grido di aiuto di un giovane artista ingiustamente imprigionato. La sua voce, seppur soffocata dal carcere, continua a resonare e a chiedere giustizia.

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