Capita sempre più frequentemente di incontrare mamme o papà con il loro bimbo avvolto in una fascia o in un marsupio: in un continuum che va dal Chicco degli scaffali dei grandi magazzini alle bellissime fasce hand woven reperibili in internet sempre più genitori dicono addio alle uscite col classico trio.

Vediamo perché.

Le più moderne evidenze scientifiche e la globalizzazione in ambito culturale hanno dato vita a una nuova consapevolezza nei genitori, un po’ per amor di conoscenza, un po’ per istinto, e un po’ anche per comodità.

Molti studi infatti dimostrano come le cure prossimali, il contatto, lo scambio pelle a pelle aiutino i genitori a mantenere buoni livelli di endorfine utili a superare i primi periodi di grande cambiamento ma soprattutto stimolano un’adeguata  termoregolazione, produzione endocrina, regolazione di tutti i parametri vitali, calmano il pianto, aiutano a superare febbri, coliche, traumatismi e sono protettivi per alcune sindromi tanto che la kangaroo care o il massaggio sono un importante strumento di riabilitazione utilizzato per neonati prematuri e in terapia intensiva.

I neonati vivono una condizione di esogestazione sino all’autonomia motoria ovvero sono ‘biologicamente programmati’ per mantenere la prossimità con la madre come ogni mammifero. Diversamente si sentono in pericolo e non sono capaci di sviluppare uno stile di attaccamento sano che li renderà indipendenti in futuro. In poche parole più sono rispettati nei loro bisogni erroneamente definiti capricci  (il sistema nervoso non è nemmeno maturo per mettere in atto strategie manipolative) e meno saranno ‘mammoni’ in futuro.

Questo ritorno a una fisiologia del rapporto mamma neonato, nato dal superamento dell’impronta medio-borghese dell’era post-industriale, si scontra però con i serrati ritmi quotidiani perché non sempre ci si può dedicare qualche ora di coccole.

Ecco che il babywearing arriva in aiuto dandoci la possibilità di portare il nostro bimbo stretto al cuore e magari viaggiare, passeggiare in spiaggia, in montagna, cenare al ristorante e non in ultimo lavorare, cucinare, passare l’aspirapolvere e, perché no, fare la doccia! Ed è un ottimo aiuto per l’allattamento, soprattutto per bimbi più grandicelli e pesanti.

Vediamo come: fossimo in Africa magari nostra nonna ci cucirebbe un telo apposito, pieno d’amore e di storia della famiglia. Invece noi il più delle volte ci rechiamo in un punto vendita per bambini o in negozi virtuali per cercare oggetti da inserire in una ideale lista nascita.

Nei negozi troveremo diversi prodotti delle più conosciute marche, molti marsupi semirigidi, qualche fascia elastica. Il web invece ha una vastità di prodotti divisi per esigenze, qualità e fasce di prezzo inimmaginabile.

Quello che sorprende è che ci sono delle scuole che certificano operatori e che danno indicazioni su una corretta fisiologia del portare in accordo con la fisiologia del corpo di genitori e bebè: in Italia abbiamo ‘Portare i Piccoli’ e la ‘Scuola del Portare’.

Questo perchè non basta che il bimbo sia a contatto con noi ma deve mantenere la posizione fisiologica che manterrebbe stando liberamente in braccio. Ecco quindi che i marsupi reperibili facilmente in commercio costringono i bimbi ad avere la schiena e le gambe in una posizione innaturale (anziché di cifosi fisiologica), spesso rivolti fronte mondo invece che nella posizione a ranocchio tipica delle prime settimane (con le ginocchia più alte del sederino e comunque a formare una M fra ginocchia e culetto via via che crescono).

Una bella fascia elastica comoda e veloce da usare o una fascia rigida sono supporti idonei ad affrontare le prime settimane . Man mano che il bimbo cresce e acquista forza nei muscoli della schiena e nel capo si possono scegliere altri supporti a seconda dell’esigenza, ovvero marsupi ergonomici che mantengano le suddette posture o fasce ad anelli che ci aiutano a tenere i bimbi sul fianco assecondando la loro curiosità di esplorare il mondo e gli stimoli circostanti senza rinunciare al contatto sicuro.

Appena un bimbo si dimostra pronto si può iniziare a portarlo sulla schiena, fase molto comoda con i bimbi più grandi, curiosi e soprattutto pesanti!

Ci si può sbizzarrire, scegliere un supporto per tutto il percorso, cambiarne molti, comprarne usati, nuovi, a buon mercato o rivestirsi di materiali preziosissimi adattandoli a noi, sperimentando. Importante è farlo nel rispetto delle proprie esigenze e di quelle del proprio bambino.

Può essere un’ottima coccola per noi e per darci sicurezza nei primi approcci alla maternità/paternità chiedere una consulenza singola o di gruppo.

Trovare i consulenti è semplice tramite i siti ufficiali oppure tramite i gruppi sui social network che solitamente hanno una sezione regionale o anche cittadina.

Ottimo supporto sono anche i gruppi informativi e di mutuo aiuto come ‘Piazzetta Babywearing’, gruppo Facebook nutrito di utenti competenti ma anche di mamme e papà alle prime armi, dove scambiarsi informazioni, sostegno, dove provare i supporti e avere un costante aggiornamento sul tema del  baywearing, e dove nascono anche simpatici spin off in cui i genitori possono discutere di argomenti diversi o esprimere la propria solidarietà sulle più disparate tematiche.

(Nella foto, una creazione ‘La botteghilla’)

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