Bali, eruzione vulcano Agung: scali chiusi e oltre centomila evacuati

Bali, eruzione vulcano Agung: scali chiusi e oltre centomila evacuati

Bali, eruzione vulcano Agung. Si teme una catastrofe in Indonesia per l’eruzione del vulcano Agung sull’isola di Bali. Fonti locali confermano l’evacuazione di oltre centomila persone. La colonna di fumo che si leva dal cratere è alta 6mila metri, per questo motivo molti scali sono stati chiusi e le compagnie aeree hanno dovuto cancellare decine di voli.

La cenere ha coperto strade, automobili e i tetti degli edifici. Durante la notte è stato avvistato un bagliore rosso di quello che sembrava essere magma e le autorità hanno alzato l’allerta al livello massimo.

Il governo, inoltre, ha già stanziato circa 150 milioni di dollari per i possibili danni di un’eruzione. Al momento sono ancora 25.000 i balinesi sfollati che vivono in alloggi di fortuna.

Bali, eruzione vulcano Agung: il turismo dell’isola in ginocchio

Il monte Agung svetta su Bali orientale a un’altezza di poco superiore ai 3000 metri. La sua ultima eruzione esplosiva è avvenuta nel 1963. Allora rimasero uccise più di mille persone e diversi villaggi furono rasi al suolo.

Bali riceve quasi 5 milioni di turisti l’anno, attratti dalle spiagge e dai templi, ma gli arrivi sono calati da settembre, quando le scosse sono aumentate intorno al vulcano. Domenica l’Indonesia ha emesso un allarme rosso per il traffico aereo. Secondo il Centro di consulenza sulla cenere vulcanica dell’Ufficio di meteorologia australiano, la nube di cenere sarebbe diretta a sud-est verso la vicina isola di Lombok, lontano dalla capitale di Bali, Denpasar, dove si trova il principale aeroporto internazionale, che per il momento rimane aperto.

Migliaia di maschere protettive sono state distribuite agli abitanti. L’aeroporto internazionale di Denpasar, capitale della provincia di Bali, un’attrazione turistica di livello mondiale con milioni di visitatori ogni anno, è stato chiuso, causando uno stop ai viaggi di decine di migliaia di persone. Centinaia i voli cancellati.

Le autorità hanno comunicato di aver messo a disposizione cento autobus per caricare i passeggeri in attesa nell’aeroporto internazionale dell’isola e trasportarli ai traghetti con i quali potranno raggiungere l’isola di Java e da lì decollare verso casa.

Decine di voli interni e a lungo raggio sono stati cancellati e l’aeroporto sulla vicina isola di Lombok rimarrà chiuso almeno fino a domattina all’alba. Rimane ancora in funzione lo scalo di Bali perché la cenere sollevata da Agung viaggia nella direzione opposta. I tanti turisti presenti sull’isola, che ogni anno ospita circa 5 milioni di persone, non stati toccati dall’eruzione.

Il vulcano è un luogo di culto

Il vulcano è anche un luogo di culto molto amato e per gli abitanti dell’isola, che seguono un induismo con influenze animiste, l’accresciuta attività è segno che gli dei sono arrabbiati per qualcosa. Per questo nei mesi scorsi i templi alle pendici del monte, ma anche nel resto dell’isola, sono stati sommersi da offerte per calmare gli spiriti. Con i suoi 3.000 metri d’altezza, il vulcano è considerato dagli esperti uno dei più pericolosi del secolo scorso. Dal gennaio del 1963 al febbraio del 1964 il monte Agung è stato protagonista di una delle eruzioni più violente del secolo, sollevando una colonna di ceneri e gas alta fino a 26 metri e causando circa 1.500 vittime.

 

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