Banca condannata per la sottrazione di 166 mila euro da parte di un promotore a insegnante palermitana
Il giudice della V sezione civile del tribunale di Palermo, Francesco Paolo Torrasi, ha condannato un noto istituto di credito al rimborso della somma di 161.840,86 euro oltre interessi e spese. La vicenda risale al 2000, quando una insegnante palermitana ha aperto un conto corrente con un promotore finanziario che al tempo non aveva una diffusione di filiali sul territorio. Questo promotore finanziario si occupava della gestione completa del conto, dove venivano accreditati gli stipendi della cliente. Nel corso di dieci anni, dal 2006 al 2016, è avvenuta una sottrazione di somme di denaro dal conto senza il consenso dell’insegnante.
Grazie allo studio Palmigiano e Associati, la donna ha potuto recuperare i risparmi e la somma le verrà restituita. Tuttavia, la banca ha fatto ricorso in appello.
La cliente era stata persuasa a fidarsi del promotore finanziario inizialmente, in quanto godeva di una buona reputazione professionale. Siccome la banca non aveva una presenza diffusa sul territorio come altri istituti di credito, il rapporto di fiducia con il promotore era essenziale. La banca non aveva fornito alla cliente il codice segreto o l’apparecchiatura per accedere al conto e compiere operazioni online, limitandosi a consegnare bancomat e pin.
Il rapporto con la banca tramite il promotore era proseguito senza sospetti per anni, con la donna che non si era accorta di quanto stesse accadendo. Solo dopo dieci anni, ricevendo una chiamata dalla direzione generale della banca che segnalava anomalie nel suo conto, la donna si era allarmata. Il promotore finanziario l’aveva tranquillizzata, ma la cliente, non convinta, aveva richiesto alla banca la documentazione relativa alle operazioni bancarie compiute a suo nome. Scoprendo irregolarità, ha incaricato un consulente contabile per verificare tutte le movimentazioni sul conto. È emerso che erano state effettuate operazioni non autorizzate con una sottrazione di oltre 160 mila euro.
La cliente ha quindi avviato una causa legale contro la banca con l’aiuto dello studio legale Palmigiano e Associati. Il giudice ha confermato la tesi degli avvocati, accertando che la banca aveva violato l’obbligo di fornire i codici di accesso al conto e le apparecchiature necessarie per operazioni online, consentendo la sottrazione dei soldi.
Il promotore è stato sospeso e successivamente radiato per condotte gravi. Il giudice ha riconosciuto le violazioni della banca sul conto della cliente e ha stabilito il rimborso della somma sottratta.
L’avvocato Palmigiano si è detto lieto che la cliente abbia ottenuto giustizia e ha sottolineato l’importanza della vigilanza delle banche sui propri incaricati. Ha anche evidenziato la necessità di prestare attenzione agli investimenti, poiché spesso chi li propone non agisce nell’interesse del risparmiatore ma seguendo logiche commerciali poco trasparenti.