Banca Etruria, ex vertici tutti assolti: nessun ostacolo alla vigilanza
Si chiude con l’assoluzione per tutti gli imputati la vicenda di Banca Etruria. I pm Roberto Rossi e Julia Maggiore avevano chiesto due anni e 8 mesi per l’ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari e per Luca Bronche ex dg, due anni invece per il direttore centrale Davide Canestri. Bankitalia, unica parte civile ammessa, aveva chiesto un risarcimento danni per 320 mila euro. “Il fatto non sussiste” è la formula usata dal gup Annamaria Loprete per quanto riguarda l’operazione relativa alla cessione di immobili, in particolare quelle della società Palazzo della Fonte. “Il fatto non costituisce reato” è invece la formula usata dal gup per il capo d’imputazione relativo ai presunti crediti deteriorati. “E’ stata riconosciuta l’estrema correttezza di Fornasari – ha dichiarato il legale dell’ex presidente – subentrato in un momento di grande difficoltà per la banca che però ha sempre lavorato nell’interesse dell’Istituto con estrema correttezza”. Nessun ostacolo alla vigilanza nella vicenda Banca Etruria. Il tribunale ha dato ragione alla difesa che ha sostenuto che gli imputati avevano comunicato a Bankitalia tutti gli elementi fondamentali, e che l’operazione aveva avuto il via libera dalla Consob. “Sui crediti deteriorati” spiega il gup, “sono stati rispettati i criteri internazionali di contabilità e accantonamento”. La Procura riteneva gli imputati responsabili di aver mascherato le reali condizioni economiche in cui si trovava la banca e tra il 2011 e il 2013. E di aver ostacolato, di conseguenza, il lavoro di vigilanza della Banca d’Italia (che ha chiesto un risarcimento danni di 320 mila euro) e della Consob. Secondo la tesi dell’accusa, che ha subito un duro colpi, gli imputati avrebbero fatto passare per incagli crediti ormai deteriorati nel bilancio 2012; da qui la richiesta da parte di Bankitalia di un aumento di capitale inferiori alle reali esigenze dell’istituto.