Banche venete, il governo ha approvato il ddl di liquidazione coatta
La Camera ha approvato con 211 sì, 91 no e 3 astenuti il ddl per il salvataggio di Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza ed è ora approdato per l’approvazione al Senato. Le parti hanno siglato l’accordo sindacale per la gestione delle 3.900 uscite, subordinandolo comunque all’approvazione definitiva delle Camere. Il risultato del negoziato che si è chiuso a tempi di record rispetta i numeri annunciati al momento del salvataggio.
Garanzia per famiglie ed imprese
Il provvedimento facilita la liquidazione coatta amministrativa della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, garantendo la continuità del sostegno del credito alle famiglie e alle imprese del territorio. Le principali misure consistono nella vendita di parte delle attività delle due banche a Intesa Sanpaolo, con il trasferimento del relativo personale. Per garantire la continuità dell’accesso al credito da parte delle famiglie e delle imprese e per la gestione dei processi di ristrutturazione delle banche in liquidazione, il decreto legge dispone una iniezione di liquidità pubblica pari a circa 4,8 miliardi di euro. A questa somma cui si aggiungono circa 400 milioni, quale eventuale costo da sostenere per le garanzie prestate dallo Stato sugli impegni delle banche in liquidazione, per un ammontare massimo di circa 12 miliardi di euro.
Soddisfazione dei sindacati
Per i sindacati si tratta di uno dei più importanti accordi realizzati nel settoreperché, come spiega Mauro Bossola, segretario generale aggiunto della Fabi «abbiamo evitato i licenziamenti e messo in sicurezza lavoratori che fino a ieri vedevano duramente compromessa la propria stabilità lavorativa, ottenendo a loro favore garanzie sulle uscite volontarie e anche sulla contrattazione di secondo livello, senza nulla togliere ai dipendenti del gruppo Intesa Sanpaolo». Forte il messaggio rivolto alla classe politica. «Ora ci attendiamo che, con la stessa rapidità dimostrata dal sindacato, anche la politica faccia la sua parte completando l’iter di conversione del decreto da parte del Senato», aggiunge Mauro Incletolli, della segreteria nazionale di First Cisl.