Banche venete “salve”, ma entro ottobre mille dipendenti andranno via

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In mille via già a ottobre. Il salvataggio delle banche venete è andato a buon fine con l’ultimo atto, il passaggio delle 300 filiali superstiti, dopo la chiusura delle altre 600, alla piattaforma informatica di Intesa già a febbraio 2018.

Il nodo dei mille esuberi

Il piano di integrazione d’Intesa Sanpaolo delle attività e delle ex reti di Popolare di Vicenza e Veneto Banca marcerà spedito. Nota dolente la  trattativa sindacale per i mille dipendenti in esubero delle due ex popolari venete. Si tratterà con il capo delle risorse umane di Intesa, Alfio Filosomi, l’accordo per i mille esodi volontari tra il personale delle due venete che matura il diritto alla pensione di qui al 2024 e che può essere prepensionato con il fondo esuberi da 1,2 miliardi finanziato dallo Stato, atto che sarà poi bissato da una trattativa specifica sulle altre tremila uscite volontarie nel perimetro Intesa, per ridurre di quattromila i dipendenti.

L’obiettivo è avviare e completare le mille uscite già a ottobre. Nel lotto non sono ricompresi i dirigenti.

Migrazione informatica delle 300 filiali

L’ultimo atto dell’integrazione sarà la migrazione informatica, ovvero l’ingresso nelle 300 filiali dei sistemi operativi di Intesa. L’obiettivo dichiarato ieri è di chiudere il passaggio in soli sette mesi. Questo sul piano degli sviluppi organizzativi.

Sul fronte delle partecipate, va registrato il primo passo dei liquidatori delle due venete. I commissari di Veneto Banca (Alessandro Leproux, Giuliana Scognamiglio e Fabrizio Viola) hanno avviato il procedimento per vendere la controllata Banca Intermobiliare, la private bank che Intesa ha escluso dalle attività acquisite e che il decreto ha previsto di cedere entro sei mesi.

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