Belen sotto accusa, 60mila euro per fare da madrina alla sagra del peperoncino

Belen sotto accusa, 60mila euro per fare da madrina alla sagra del peperoncino

Belen sotto accusa, 60mila euro per fare da madrina alla sagra del peperoncino – Un’altra polimica, dopo quella della sigaretta fumata in aereo, coinvolge Belen Rodriguez. La showgirl a quanto pare avrebbe chiesto ed ottenuto un chachet stellare. Per lei ben 60mila euro per fare da madrina ad una sagra svoltasi in Calabria Dal Codacons arriva il commento: “Un insulto alla miseria”.

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Belen sotto accusa, 60mila euro per fare da madrina alla sagra del peperoncino

Belen Rodriguez, la showgirl argentina che è diventata una tra le piú rappresentative in Italia negli ultimi anni, è stata travolta da un’altra polemica. Per averla come madrina ad i propri eventi decine di CDA sono disposti a fare a gara, per decine di migliaia di euro, pur di averla. La sua presenza garantisce lustro e partecipazione a qualsiasi evento, glamour e non, al quale prende parte.

Quando ad acconsentire alle sue richieste è un comune italiano che, necessariamente, deve attingere dai conti pubblici, la critica sta dietro l’angolo. A quanto pare Belen sarebbe stata contattata per fare da madrina al Festival del peperoncino di Diamante. Si tratta di un festival che, dal 6 al 10 settembre, si svolgerá nella nota localitá vazanziera Calabrese. La showgirl avrebbe accettato di fare da madrina all’evento solo dietro un compenso di ben 60 mila euro. Tale cachet, cifra accordata con gli organizzatori, dovrá essere sotratto dai fondi stanziati dalla Regione Calabria per il Festival. Proprio per questo motivo si è scatenata la bufera.

Parte la denuncia del Codacons che ha deciso di portare il caso in Procura

Il Vicepresidente del Codacons Francesco Di Lieto, ha denunciato la vicenda descrivendola come “uno schiaffo ai calabresi”. Da qui arriva la decisione di chiedere una verifica alla Procura ed all’ANAC sull’uso dei fondi destinati alla cultura:

“Certo, queste somme potrebbero essere destinate ad altri fini. Ciò che è certo è che la da tutta questa storia ne esce non male, ma malissimo. È un vero e proprio insulto alla miseria. Queste somme potrebbero essere destinate ad altri fini. Per tale ragione, considerato che il compenso di Belén viene pagato dai Calabresi, abbiamo ritenuto doveroso chiedere all’Ufficio di Procura ed all’ANAC di verificare come vengono gestiti i fondi pubblici in Calabria.

Infatti riteniamo che un cachet da 60 mila euro per qualche minuto di apparizione sia un insulto allo stato puro nei confronti dei Calabresi. Questi andranno a subire una sorta di “furto con destrezza” tenuto conto della natura pubblica del finanziamento e considerato che i Calabresi – esattamente quelli che fanno ore ed ore di fila nei pronto soccorso – in nessun caso potrebbero tollerare che si possano pagare determinate somme per una comparsata di pochi minuti.

Ma come, non ci sono soldi per garantire un servizio da paese civile per tutti coloro che sono costretti a recarsi nei pronto soccorso. L’intera Calabria sta bruciando perché non abbiamo risorse economiche da destinare alla prevenzione. Eppure si utilizzano i fondi destinati alla cultura per pagare una comparsata di Belén? Purtroppo la Calabria è sempre stata terra di conquista. Pertanto, siamo certi che a settembre ci sarà una gara per farsi una foto insieme a Belén, dimenticando le storiche sofferenze di un popolo dinnanzi ad un selfie.”

 

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