Belle Gibson, finge un tumore per vendere il suo libro: multa di 410mila dollari

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Ha finto di essere malata di tumore per aumentare le vendite del suo libro. Nel 2013 la blogger australiana Belle Gibson, 25 anni, aveva raccontato di aver avuto un tumore al cervello e di essere guarita grazie a una dieta vegetariana. Ad aprile 2015 fu costretta ad ammettere davanti a tutto il mondo che si era inventata tutto. A distanza di due anni deve anche pagare una discreta somma come multa per avere ingannato i consumatori.

Un processo che aveva raccontato nel volume “The whole pantry”, dal cui successo era nata un’app in cui la donna dispensava consigli sull’alimentazione e sugli stili di vita più corretti.
Aveva inoltre dichiarato che tutti i proventi della vendita del libro sarebbero stati devoluti in beneficenza.
Tutto falso.

La Corte federale di Giustizia dello stato del Victoria in questi giorni l’ha condannata al pagamento di una multa per dichiarazioni false riguardo ai fondi di carità e per disonestà nei confronti di migliaia di consumatori. La condanna è arrivata dopo diversi mesi di dibattito in cui l’accusa pretendeva un risarcimento di 410mila dollari.

La storia

La modella cominciò a attrarre l’attenzione degli utenti già nel 2009, sciorinando le più disparate malattie in alcuni forum. Fino al 2013, quando sul suo sito e sui vari canali social annunciò di essere stata colpita da un cancro al cervello. Per curarsi raccontava la quotidiana rinuncia alla carne, al caffè, alla carne, al glutine, ai prodotti caseari. Regole alimentari ferree, divenute un libro di ricette pubblicato dalla Penguin.

La confessione di Belle Gibson

Dopo mesi di menzogne, Belle Gibson ha vuotato il sacco, dichiarando che era tutto falso e che non aveva mai avuto il cancro. “Non voglio il perdono penso solo che parlarne fosse la cosa più responsabile da fare”, disse al magazine Australian Women Weekly. In poco tempo, la giovane programmatrice ha visto crollare tutto quello che aveva ingannevolmente creato: il sito è stato svuotato dai contenuti più personali, l’app per smartphone non è più in vendita e l’editore ha ritirato il libro dal mercato. E ora anche il risarcimento per le bugie.

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