Bernini propone maggiore protezione per i ricercatori per contrastare la precarietà
Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha affrontato il tema della precarietà dei ricercatori durante un’intervista a ‘La Stampa’. Ha sottolineato che la precarietà vissuta fino ad oggi è stata incentivata dagli assegni di ricerca che non riconoscono diritti e che non saranno più prorogati. A partire da gennaio, senza gli assegni di ricerca, scomparirà quello che era considerato un ricercatore-fantasma. Bernini ha anche evidenziato che è l’assegnista stesso a doversi pagare i contributi previdenziali, sottolineando così la fragile situazione dei ricercatori.
La Ministra ha sottolineato che le nuove figure contrattuali introdotte non toglieranno nulla, ma aggiungeranno opportunità. Per esempio, il contratto retribuito per gli studenti la cui attività viene valorizzata anche economicamente rappresenta un’alternativa al precariato. Bernini ha evidenziato che la precarietà non è legata alla varietà dei contratti, ma alla durata eccessiva dei rapporti a termine. La figura del pre-ruolo introdotta dal governo Draghi non è stata accantonata, ma anzi, potrebbe rappresentare una valida opzione.
La Ministra ha sottolineato che le università potrebbero già applicare il contratto di ricerca, ma manca ancora l’accordo tra Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, e i sindacati. Bernini ha enfatizzato che il sistema della ricerca deve poter contare su altre basi e ha dichiarato che la riforma dei contratti di ricerca ha introdotto nuove possibilità per adattarsi a situazioni diverse.
In un contesto di vuoto normativo, la Ministra ha individuato altri tipi di contratti che potrebbero colmare questa lacuna e ha sottolineato che questi strumenti tengono conto delle differenze fra i ricercatori. In particolare, i giovani di talento potrebbero beneficiare di borse di assistenza junior o senior per favorire il loro percorso di carriera. Bernini ha concluso sottolineando l’importanza di queste nuove soluzioni per migliorare la condizione dei ricercatori e rilanciare il settore della ricerca in Italia.