Biotestamento, padre nominato interprete della figlia in coma

Biotestamento, padre nominato interprete della figlia in coma

Biotestamento, padre nominato interprete della figlia in coma. Si tratta di una delle prime applicazioni della legge sul biotestamento, eseguita a Modena. Il padre, ultraottantenne, è stato nominato tutore e interprete delle volontà della figlia da mesi in coma. Sarà lui a decidere quali cure e terapie accettare o rifiutare per la donna.

Biotestamento, padre nominato interprete della figlia in coma: prime applicazioni della legge

Biotestamento, padre nominato interprete della figlia in coma. Si è avuta a Modena una delle prime applicazioni della legge sul biotestamento, recentemente approvata. La legge stabilisce che, in assenza di un testamento scritto, colui che viene nominato tutore può prendere decisioni al posto del malato, incapace di esprimersi. Il tutore diventa quindi interprete delle volontà del malato e ha facoltà di accettare o rifiutare cure e terapie al suo posto.

Protagonisti di questa vicenda sono un padre, ottantenne, e una figlia, di circa quaranta anni, da mesi in coma. Alimentata artificialmente da una macchina, la donna è incapace di comunicare. Proprio per questo, secondo la legge sul biotestamento, è stato necessario nominare un tutore che rispettasse le sue volontà. Con l’approvazione di tutti i parenti, il giudice modenese ha nominato come tutore e interprete delle volontà della donna il padre. Nel testo della sentenza, il giudice ha posto due condizioni che il padre dovrà necessariamente rispettare. Dovrà impegnarsi nel miglior interesse della figlia e dovrà rintracciare nel passato le volontà da lei espresse in merito a cure mediche e patrimoniali.

Biotestamento, il tutore decide le cure mediche e patrimoniali

Biotestamento, padre nominato interprete della figlia in coma. Secondo quanto stabilito dalla legge sul biotestamento, il padre della figlia in coma, dovrà prendere decisioni al suo posto in merito a cure mediche e patrimoniali. L’anziano genitore sarà quindi l’unico in grado di accettare o rifiutare cure da sottoporre alla figlia. L’uomo si occuperà anche degli aspetti patrimoniali, come la riscossione dello stipendio o della pensione della figlia. Per legge, però, il padre è obbligato ad utilizzare il denaro riscosso solo per l’acquisto di titoli obbligazionari fruttiferi. Ogni anno dovrà stilare un resoconto in cui riporta l’attività svolta per il beneficiario e le condizioni di vita.

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