Bomba San Pietroburgo, esplosione in centro commerciale: è terrorismo
Bomba San Pietroburgo. Un ordigno rudimentale imbottito di chiodi, è esploso all’interno del centro commerciale Gigant Hall, secondo alcuni testimoni nell’area che ospita il deposito borse e bagagli del supermercato Perekrestok, nota catena russa.
Il Gigant Hall, al momento dello scoppio, era pieno di gente in questi giorni che precedono il Capodanno, la festa più sentita per i russi.
«Nove persone sono state ricoverate presso gli ospedali Mariinskaya, Alexandrovskaya e Yelizavetinskaya» ha detto una fonte del governatorato di San Pietroburgo a Interfax.
Bomba San Pietroburgo: già 15 morti lo scorso aprile
San Pietroburgo era già stata colpita lo scorso aprile dagli attacchi nella metropolitana che provocarono la morte di 15 persone e causarono decine di feriti.
A metà dicembre i servizi hanno annunciato di aver smantellato una cellula terroristica dell’Isis che si apprestava a compiere un attacco alla cattedrale di San Pietroburgo. In quella occasione i russi hanno ringraziato i servizi americani per le informazioni ricevute.
Il Comitato Investigativo russo ha fatto sapere che l’ordigno aveva un potenziale esplosivo pari a 200 grammi di tritolo e ha aperto un’indagine criminale per «tentata strage».
Le parole del presidente Putin
Il presidente russo Vladimir Putin ha definito l’esplosione un “atto di terrorismo”.
“Come sapete – ha detto Putin nel corso di un incontro con ufficiali militari al Cremlino – ieri c’è stato un attentato terroristico a San Pietroburgo”.
“Un ordigno artigianale lasciato in uno scaffale delle consegne è esploso” nel supermercato della catena Perekriostok, ha indicato il Comitato (NAK) in un comunicato, precisando che l’esplosivo “era equivalente a 200 grammi di TNT”.
Appena 10 giorni fa era stata sgominata una cellula dell’Isis, proprio nell’antica capitale degli zar, che aveva come obiettivo principale l’ottocentesca cattedrale di Kazan sulla prospettiva Nievski, con un attentato kamikaze.
Sostenitori di Isis stanno inneggiando in rete «se Dio vuole daremo ai crociati un assaggio della loro stessa medicina». Lo riferisce Rita Katz, direttrice dell’organizzazione Site che monitora l’attività jihadista sul web.