Brasile, in 35 mila in piazza: interviene l’esercito

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Trentacinquemila persone a protestare per le strade di Brasilia. I manifestanti chiedono le dimissioni del presidente Michel Temer. Il numero uno dello Stato sudamericano è indagato per corruzione e ostacolo alla giustizia. Il presidente ha inviato l’esercito nella capitale per sedare gli scontri. Durante la rappresaglia è morto un uomo. Quarantanove i feriti.

Temer ha chiamato 1.300 soldati e 200 fucilieri navali per difendere i palazzi del governo, assaltati dai manifestanti. Le proteste sono nate poiché il leader del paese aveva intenzione di attuare una riforma del lavoro che prevedeva l’aumento delle ore lavorative durante la giornata e la riduzione dei poteri dei sindacati.

I manifestanti hanno provato a dar fuoco al ministero dell’agricoltura e rotto i vetri nell’Esplanada dos ministerios. La polizia ha usato gas lacrimogeni e granate stordenti per sfollare i cortei. I ministeri sono stati evacuati. Sette manifestanti sono stati arrestati.

Esercito in strada

Il presidente del Brasile ha deciso di schierare forze armate dell’esercito in strada, per “garantire l’integrità fisica delle persone, fornire un’evacuazione sicura di edifici, strade e ministeri e proteggere la proprietà pubblica, come è stato fatto in precedenza in diversi Stati brasiliani”.

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