Brasile, altra rivolta carceraria: decapitati e smembrati 33 detenuti
Dopo la notizia di alcuni giorni fa sull’assalto ad un carcere nelle Filippine e la fuga di più di 150 detenuti, arriva oggi un’altra notizia di una rivolta carceraria finita stavolta in un bagno di sangue, è successo in Brasile.
Almeno 33 detenuti sono stati brutalmente assassinati nella notte tra il 5 e il 6 gennaio nel Penitenziario agricolo di Monte Cristo (Pamc), il maggior carcere dello Stato di Roraima, nel nord del Paese, appena cinque giorni dopo la strage avvenuta nella prigione Anisio Jobim di Manaus, in Amazzonia, e costata la vita a 56 reclusi (altri quattro sono stati uccisi nella stessa occasione in una vicina struttura, totalizzando 60 vittime complessive).
Secondo le autorità locali, stavolta l’eccidio potrebbe essere stato provocato dalla gang Primeiro Comando da Capital (Pcc) per vendicarsi del massacro di suoi membri avvenuto tra domenica e lunedì scorsi proprio nel carcere della capitale amazzonica Manaus. La maggioranza delle vittime – hanno reso noto le autorità locali – è stata decapitata, ha avuto il cuore strappato dal petto o il corpo smembrato.
Secondo l’ufficio stampa del governo dello Stato di Roraima, nel Pamc non c’è stata nessuna sommossa ma un’azione rapida di un gruppo di detenuti che è durata meno di un’ora. Non è stata rinvenuta alcuna arma da fuoco, ha precisato un portavoce e la maggioranza delle violenze è stata condotta all’arma bianca. Si parla di una «tragedia annunciata», ha dichiarato il vice coordinatore della Pastorale carceraria nazionale.La polizia è già entrata nella struttura e la situazione è quindi tornata «sotto controllo».
Non è del resto la prima volta negli ultimi mesi che il maggior carcere dello Stato al confine col Venezuela registra violenti incidenti al suo interno: lo scorso ottobre una rivolta causata da una rissa tra il Pcc e un’altra feroce organizzazione criminale, il Comando Vermelho, si è conclusa con dieci morti. E tre dei cadaveri avevano la testa mozzata, mentre gli altri sette erano carbonizzati.
Il sistema carcerario brasiliano sta attraversando un momento di grave crisi a causa del sovraffollamento delle carceri, delle pessime condizioni di vita dietro le sbarre e delle continue lotte tra bande rivali. Il governo ha annunciato un piano nazionale di pubblica sicurezza che prevede, tra le altre cose, la modernizzazione delle strutture di detenzione.
Soltanto due giorni fa Papa Francesco, durante l’udienza generale del mercoledì, aveva espresso “dolore e preoccupazione” per quanto accaduto nel carcere di Manaus, invitando i fedeli “a pregare per i defunti, per i loro familiari, per tutti i detenuti di quel carcere e per quanti vi lavorano”.