Brasile, il Senato vota per 20 anni di austerity: paese in rivolta
Il Brasile blocca la spesa sociale per i prossimi 20 anni, una modifica alla Costituzione voluta dal governo e approvata definitivamente dal Senato brasiliano un provvedimento che limita i programmi sociali appunto cancellando molti degli aiuti previsti dall’amministrazione Rousseff. “Con 53 sì, 16 no, nessun astenuto, il testo base è approvato”, ha annunciato il presidente del Senato Renan Calheiros.
Il piano di austerità ha la finalità di togliere il Paese dalla recessione, secondo il capo dello Stato, Michel Temer, che ha sostituito Dilma Rousseff dopo la procedura di impeachment che la sinistra ha definito ‘un golpe’. Una modifica che causato una vera e propria rivolta popolare e ha riacceso le proteste contro Temer.
Alcuni senatori potrebbero fare ricorso contro il provvedimento, che giudicano incostituzionale perché mette a rischio diritti inalienabili dei cittadini. I prossimi passi cui aspira il presidente Temer sono riforme delle pensioni e del lavoro.
In base a un sondaggio, il 60% della popolazione si è detto contrario alla modifica approvata e solo il 24% a favore. Manifestazioni sono in corso in almeno sette Stati brasiliani.
Migliaia di brasiliani sono scesi in piazza in 13 dei 27 stati del paese, per protestare contro le misure volute dal presidente Michel Ternier che stabiliscono un limite alla spesa per i prossimi due decenni, legando la possibilità di investimenti pubblici al tasso di inflazione dell’anno precedente. Le misure con cui il governo intende riequilibrare i conti pubblici prevedono una netta sforbiciata a settori della economia brasiliana, dall’educazione alla sanità, che riguardano soprattutto le fasce più povere della popolazione.
“Non c‘è altro da dire” dichiara uno dei dimostranti, José Rocha. “Non si può buttare via o congelare il futuro di milioni di brasiliani per 20 anni. Oggi i senatori hanno approvato un grande passo indietro per l’intero Paese.”
Le Nazioni Unite, la settimana scorsa, commentando le misure approvate ieri dalla camera alta brasiliana, ha sottolineato che il provvedimento ‘riguarderà con molta più forza i brasiliani più poveri e più vulnerabili‘. Secondo uno studio realizzato da un gruppo di organizzazioni cattoliche tra cui la Caritas brasiliana, citato dal quotidiano cattolico Avvenire, con le nuove misure i contributi per l’edilizia popolare calerebbero del 51%, il servizio sanitario sarebbe ‘smantellato, cosi’ come il sistema educativo’. Le misure di austerita’ si inseriscono in un contesto di crisi economica e sociale e in una disaffezione molto forte del popolo brasiliano nei confronti della classe dirigente, considerata profondamente corrotta.