Caldo estremo nel Mediterraneo: sempre più frequente
L’onda di caldo che ha colpito il Mediterraneo a metà luglio sarebbe stata “praticamente impossibile” senza il cambiamento climatico di origine antropica, secondo una nuova analisi della rete World Weather Attribution (WWA). L’analisi ha rilevato che le temperature estremamente calde in Grecia, Italia, Spagna, Portogallo, Francia e Marocco sarebbero state tra 2,5°C e 3,3°C più fredde se gli esseri umani non avessero bruciato combustibili fossili.
L’ultimo rapporto della WWA, basato su dati osservativi, ha evidenziato che i risultati sono molto simili agli studi pubblicati nel 2023 che analizzavano le ondate di caldo nella stessa regione e includevano modelli climatici. I cambiamenti osservati nel luglio 2024 e nel luglio 2023 indicano come il cambiamento climatico stia influenzando il caldo estremo nel Mediterraneo. Eventi di caldo estremo come quello appena passato non sono più rari, con previsioni di ondate di caldo simili che colpiscono la regione circa una volta ogni 10 anni.
La WWA ha sottolineato che se l’umanità non agirà rapidamente per abbandonare la combustione dei combustibili fossili, gli eventi di caldo diventeranno più caldi, più frequenti e più duraturi. L’incapacità di priorità all’adattamento al calore comporterà sofferenze più intense e un aumento delle morti, con i più vulnerabili particolarmente esposti al rischio.
L’OMS ha evidenziato un aumento del 30% dei decessi globali legati al caldo negli ultimi due decenni, con gli anziani e le persone con patologie preesistenti a rischio maggiore. Le temperature estreme possono aggravare condizioni croniche come malattie cardiovascolari, respiratorie e cerebro-vascolari, influenzare la salute mentale e peggiorare le condizioni legate al diabete.
Hans Kluge, direttore europeo dell’OMS, ha sottolineato che il caldo estremo è un problema soprattutto per gli anziani, con possibili effetti negativi anche sulle donne incinte. I politici europei stanno iniziando a prestare attenzione, con piani d’azione sul calore sempre più implementati in tutta la regione.
Nell’ultima ondata di caldo, si stima che almeno 21 persone siano morte per cause legate al caldo in Marocco, con temperature che hanno superato i 48°C. Le difficoltà nelle segnalazioni e la scarsa tenuta dei registri significano che il numero effettivo di decessi potrebbe essere addirittura più alto, con dozzine o centinaia di persone probabilmente morte a causa dello stress da caldo durante l’ondata di luglio.
La situazione si aggrava ulteriormente nel Mediterraneo, con temperature estreme che si verificano più frequentemente e che potrebbero avere conseguenze devastanti se non si prendono misure urgenti per affrontare il cambiamento climatico e l’adattamento al calore. Le immagini di piazza Castello a Milano con il termometro a 38 gradi testimoniano la drammaticità dell’attuale situazione climatica.