Calo del fatturato Lego, tagliati 1.400 posti in tutto il mondo
Il gruppo Lego ha registrato un calo del fatturato del 5% e ha annunciato il taglio dell’8% della forza lavoro in tutto il mondo. Il colosso danese dei famosi “mattoncini” ha annunciato il taglio di 1.400 posti in tutto il mondo.
Dopo i risultati record segnati nel 2016, Lego ha visto scendere i ricavi nei primi sei mesi del 2017 del 5% a 14,9 miliardi di corone danesi (2 miliardi di euro), l’utile operativo del 6% a 4,4 miliardi e il profitto netto del 3% a 3,4 miliardi rispetto allo stresso periodo dell’anno scorso. “Siamo delusi dalla diminuzione dei ricavi nei nostri mercati consolidati e abbiamo adottato delle misure per affrontare questo problema”, ha dichiarato il presidente di Lego, Jorgen Vig Knudstorp.
Negli ultimi cinque anni, ha commentato il presidente, per far fronte a una crescita a due cifre a livello globale il gruppo ha costruito una organizzazione sempre più complessa che ora “rende difficile crescere ancora. Costruiremo una organizzazione più piccola e meno complessa che semplificherà il modello di business, in modo da raggiungere più bambini possibile. Questo avrà anche un impatto sui nostri costi”.
Sui tagli parla il presidente
Sui tagli, Jorgen Vig Knudstorp si è detto dispiaciuto per un cambiamento che “interferirà sulle vite di molti nostri colleghi”. L’azienda, si legge ancora nella nota, assisterà gli ex dipendenti in un percorso di ricollocamento.
È una fase particolarmente turbolenta per il toymaker danese. In agosto, ha operato il secondo cambio al vertice in otto mesi. La guida, affidata da gennaio a Bali Padda, il primo amministratore delegato non danese di Lego, andrà dal primo ottobre Niels Christiansen, ex numero uno del gruppo industriale danese Danfoss.
La Lego dovrà far fronte a un rallentamento delle vendite dopo anni di crescita boom che l’hanno portata quasi ai livelli della rivale leader nel settore, Mattel, nota in particolare per Barbie e Monster High.