Campi Tindouf: L’Associazione Sahrawi Denuncia Attacchi dell’Esercito Algerino contro i Civili
Due giovani sahrawi uccisi nel campo di El Argoub: la denuncia dell’ASADEDH
ROMA (ITALPRESS) – La situazione nei campi profughi sahrawi, in particolare nel campo di El Argoub, ha attirato l’attenzione della comunità internazionale dopo che due giovani sono stati uccisi e nove feriti, di cui tre in condizioni gravi, a causa di un’azione dell’esercito algerino. Questa tragica notizia è stata riportata dall’Associazione Sahrawi per la Difesa dei Diritti Umani (ASADEDH), che ha descritto l’evento come un “attacco indiscriminato contro civili indifesi”. L’ASADEDH ha lanciato un appello urgente per un intervento della comunità internazionale, sottolineando la necessità di proteggere i diritti umani nel territorio.
Secondo le informazioni diffuse dall’ASADEDH, il fatto è accaduto il 9 aprile durante un’operazione militare, in cui i soldati avrebbero aperto il fuoco nel campo mentre inseguivano due cercatori d’oro sahrawi accusati di attività illegale. Tra le vittime, Sidahmed Bellali è stato identificato, mentre entrambi i giovani si trovavano nel campo sotto la protezione del Fronte Polisario.
Proteste popolari e tensioni regionali
L’episodio ha scatenato forti proteste nei campi, con migliaia di cittadini che hanno manifestato la loro rabbia e frustrazione. Sono emerse immagini di barricate e dimostrazioni in cui i manifestanti hanno richiesto il ritorno al Marocco. Questa escalation di eventi ha portato il Fronte Polisario a mantenere una posizione di silenzio, suscitando interrogativi riguardo alla sua reazione in un momento così critico.
Da segnalare anche la presa di posizione del Movimento Sahrawi per la Pace (MSP), un gruppo di opposizione al Polisario, il quale ha chiesto un immediato intervento delle Nazioni Unite per garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti umani nel territorio. Il portavoce del MSP, Ahmed Khalil, ha dichiarato: “È fondamentale che la comunità internazionale non volti le spalle a questa crisi umanitaria. Le vite dei sahrawi sono in pericolo e ogni giorno che passa senza un intervento è un giorno di violenza e repressione.”
Un ulteriore elemento di tensione si è aggiunto alla situazione con la segnalazione di cinque cittadini mauritani, anch’essi cercatori d’oro, che sarebbero stati rapiti nella stessa area, per poi essere condotti verso Tindouf. Questo episodio potrebbe alimentare ulteriori conflitti tra Algeria e Mauritania, complicando ulteriormente una già delicata situazione geopolitica.
L’ASADEDH ha rinnovato la sua richiesta di un intervento immediato per fermare la violenza nei campi di Tindouf. “La popolazione vive una repressione quotidiana, sia da parte dell’esercito algerino che delle forze del Polisario”, ha dichiarato un rappresentante dell’associazione. “È inaccettabile che questo continui in un’epoca in cui le violazioni dei diritti umani sono sotto i riflettori della comunità internazionale.”
La posizione della comunità internazionale
Le reazioni all’evento non si sono fatte attendere. Oltre alle richieste di intervento dell’MSP, anche figure di spicco del panorama politico internazionale hanno manifestato preoccupazione. Ad esempio, l’Europarlamentare Laura Ferrara ha dichiarato: “La situazione nei campi sahrawi è insostenibile. L’Europa deve far sentire la sua voce e richiedere una soluzione pacifica e sostenibile per il popolo sahrawi.”
Anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha osservato la crescente tensione nella regione e il possibile impatto più ampio sui diritti umani. In un comunicato ufficiale, un portavoce delle Nazioni Unite ha affermato: “Siamo allarmati da quanto accaduto e seguiamo con attenzione gli sviluppi. La protezione dei diritti umani è una priorità fondamentale e continueremo a monitorare la situazione.”
In un contesto così complesso, la comunità internazionale è chiamata a intervenire affinché si ponga fine a queste violenze e si avvii un dialogo concreto per risolvere le tensioni nel Sahara Occidentale. L’auspicio è che queste tragedie non vengano dimenticate e che si lavori affinché i diritti umani siano rispettati, e la pace possa finalmente regnare nella regione.
> Fonte: www.pexels.com
(ITALPRESS)
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