Carlo Alberto dalla Chiesa: la sua vita, la lotta alle BR e alla mafia, e l’omicidio a Palermo

Carlo Alberto dalla Chiesa: la sua vita, la lotta alle BR e alla mafia, e l’omicidio a Palermo

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Carlo Alberto dalla Chiesa è stato un esponente della resistenza e il primo dei protettori della neonata Repubblica. È noto per avere sconfitto le Brigate Rosse e per essere arrivato vicino a mettere fine all’influenza della mafia e soprattutto di Cosa Nostra. La sua figura è stata una delle colonne portanti della storia repubblicana, ma è stato brutalmente assassinato da Totò Riina nel 1982.

Nel 1920 a Saluzzo, vicino a Torino, Carlo Alberto dalla Chiesa nacque e crebbe accanto a suo padre Romano dalla Chiesa, un ufficiale dei Carabinieri, e sua madre Maria Laura Bergonzi. Seguendo l’esempio del padre, Carlo Alberto decise di indossare la divisa durante la Seconda guerra mondiale e si distinse guadagnandosi due croci di guerra al valore per aver bloccato l’assedio dei partigiani jugoslavi.

Dopo l’armistizio del 1943, Carlo Alberto dalla Chiesa si rifiutò di combattere contro i partigiani, inimicandosi i nazisti e unendosi a coloro che avrebbero liberato l’Italia anni dopo. Dopo la Liberazione, fu incaricato di garantire la sicurezza della prima Presidenza del Consiglio della Repubblica. In quegli anni conobbe Dora Fabbo, madre dei suoi tre figli, morta nel 1978.

Nel 1974 fondò il Nucleo Speciale Antiterrorismo e giocò un ruolo fondamentale nella sconfitta delle Brigate Rosse grazie all’aiuto del pentito Patrizio Peci. Nel 1981 raggiunse il massimo grado di Vicecomandante generale nell’Arma dei Carabinieri e fu nominato Prefetto di Palermo l’anno successivo.

A Palermo, Dalla Chiesa iniziò a contrastare la mafia, ma non ottenne mai i poteri speciali promessi dal governo. Fu assassinato nel 1982 insieme alla sua seconda moglie e all’agente di scorta da un commando di Cosa Nostra. Gli esecutori materiali e i mandanti dell’omicidio sono stati condannati diversi anni dopo.

Carlo Alberto dalla Chiesa ha lasciato un segno indelebile nella storia italiana, sia per il suo ruolo nella lotta contro il terrorismo che per la sua tragica fine. La sua memoria rimarrà viva come simbolo di coraggio e determinazione nella lotta per la giustizia e la legalità.

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