Casellati: “Proseguire con il premierato senza rischio di deriva autoritaria”
Il ministro Elisabetta Casellati ha dichiarato di aver atteso un anno prima di presentare il testo della riforma, per permettere un confronto con tutti, inclusi le opposizioni. Ha spiegato di aver rinunciato all’elezione diretta del capo dello Stato, virando verso il premierato per soddisfare le richieste delle minoranze. Tuttavia, ha criticato l’eccessivo ostruzionismo delle opposizioni, che hanno presentato un elevato numero di emendamenti in Aula e in Commissione.
Casellati si è difesa dalle accuse di mancanza di rispetto istituzionale, sottolineando che la contestazione riguardava l’uso del termine “eliminare” durante un intervento in Aula. Ha richiesto un riscontro del video e delle letture labiali insieme alle scuse da parte del capogruppo di Iv, Borghi. Ha inoltre espresso preoccupazione per le manifestazioni della sinistra contro il premierato in una giornata simbolica per l’unità e i valori della libertà e della democrazia.
Il ministro ha sottolineato che la riforma del premierato non comporta alcun affievolimento dei poteri del presidente della Repubblica, ma mira a garantire stabilità e capacità di programmazione per famiglie e imprese. La riforma introduce una regolamentazione delle crisi di governo per limitare l’ingerenza del Capo dello Stato e responsabilizzare i partiti.
Casellati ha difeso l’abrogazione dei senatori a vita, sottolineando la volontà di costruire organi di rappresentanza su base elettiva e di evitare uno squilibrio tra maggioranza e opposizione. Ha dichiarato che la nuova legge elettorale verrà definita dopo il passaggio del testo alla Camera e ha ribadito che la riforma del premierato è per l’Italia e non solo per il centrodestra.
La ministra ha criticato le crociate ideologiche dell’opposizione, sottolineando che il centrodestra ha vinto con un programma chiaro nel 2022. Ha invitato all’importanza di condividere le riforme anziché opporsi in modo categorico. In mancanza di collaborazione, il governo sarà costretto a procedere da solo per il bene degli italiani.