Caso Cucchi, carabiniere testimonia: “Massacrato dai miei commilitoni”

Caso Cucchi, carabiniere testimonia: “Massacrato dai miei commilitoni”

Caso Cucchi, carabiniere testimonia: “è stato massacrato dai miei commilitoni”. Questa la testimonianza rilasciata in prima Corte d’Assise dall’appuntato dei Carabinieri Riccardo Casamassima. Era stato lui a far riaprire il caso sulla morte di Stefano Cucchi, geometra di 31 anni, morto in ospedale sei giorni dopo essere stato arrestato. Nel processo sono imputati cinque Carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale, falso e calunnia.

Caso Cucchi, carabiniere testimonia: “E’ stato massacrato dai miei commilitoni”

Caso Cucchi, carabiniere testimonia e getta luce su presunti responsabili della morte del giovane. Stefano Cucchi, geometra romano di 31 anni, è deceduto il 22 ottobre 2009 all’ospedale Pertini, sei giorni dopo essere arrestato. Detenuto per spaccio di sostanze stupefacenti, è finito in ospedale col volto tumefatto e con gravi ferite ed è morto poco dopo. Dopo anni, uno dei carabinieri che all’epoca prestava servizio alla stazione di Tor Vergata, ha rotto il silenzio. Ieri pomeriggio, l’appuntato dei Carabinieri Riccardo Casamassima ha testimoniato in prima Corte d’Assise. Le sue parole hanno consentito alla Procura di riaprire l’indagine sulla morte di Stefano Cucchi. Era stato lui a far riaprire già il caso nel 2015, parlando di presunte colpe dei colleghi. Oggi le sue parole appaiono più chiare e sembra che il puzzle sulla vicenda di Stefano Cucchi stia prendendo via via forma.

Caso Cucchi, carabiniere testimonia: “Volevano dare la colpa alla polizia penitenziaria”

Caso Cucchi, carabiniere testimonia e porta sul banco degli imputati cinque militari dell’Arma. “E’ successo un casino, i ragazzi hanno massacrato di botte un arrestato. Me lo disse una mattina dell’ottobre del 2009, senza fare il nome degli autori, un preoccupatissimo maresciallo dei carabinieri Roberto Mandolini, portandosi la mano sulla fronte e precipitandosi a parlare con il comandante Enrico Mastronardi della stazione di Tor Vergata”. E’ iniziato così il racconto di Casamassima ai pm. “Mi rivelò che Mandolini e Mastronardi stavano cercando di scaricare le responsabilità dei carabinieri sulla polizia penitenziaria”, ha proseguito Casamassima parlando di Maria Rosati. La donna, anche lei dei Carabinieri, faceva ai tempi da autista a Mastronardi, ed è ora la compagnia di Casamassima. Rosati aveva assistito alla conversazione, ma la vicenda non era ancora nota e probabilmente il ragazzo era ancora vivo, per cui la donna non parlò.

Casamassima racconta perchè collabora con la Giustizia dopo cinque anni

Caso Cucchi, carabiniere testimonia sul massacro e la morte di Stefano Cucchi. Casamassima seppe dell’accaduto anche tramite il figlio del comandante Mastronardi, Sabatino, che gli disse: “non avevo mai visto una persona così messa male”. Sabatino aveva visto Cucchi la notte dell’arresto quando venne portato a Tor Sapienza. L’appuntato Casamassima spiega poi ai pm perchè ha deciso di collaborare con la giustizia dopo cinque anni. “All’inizio la vicenda Cucchi non mi aveva visto coinvolto in prima persona, ma troppe cose fatte dai miei superiori non mi erano piaciute, come l’abitudine di falsificare i verbali e di coprire gli autori di illeciti”. Facendo queste accuse, ha così portato sul banco degli imputati cinque suoi commilitoni. Questi sono accusati a vario titolo di omicidio preterintenzionale, falso e calunnia.

Dopo la testimonianza del Carabiniere, la sorella della vittima, Ilaria Cucchi, ha commentato: “Ritengo il maresciallo Mandolini il principale responsabile morale di questi anni di attesa della verità. Oggi ascolto tutta un’altra storia, dopo che per anni io e la mia famiglia abbiamo rincorso verità”.

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