Censis, i giovani guadagnano meno dei genitori: i nonni i più ricchi
Pubblicato il cinquantesimo rapporto del Censis: per la prima volta i figli saranno più poveri dei genitori. La visione che l’istituto di ricerca ha del Paese è preoccupata: le aspettative degli italiani continuano a essere negative (il 61,4% pensa che il proprio reddito non aumenterà); i giovani vivono un vero e proprio ko economico e in questo periodo storico sono più poveri dei loro nonni (oggi i millennials hanno un reddito inferiore del 15,1% rispetto alla media e del 26,5% rispetto ai coetanei dei primi anni Novanta); c’è una profonda insicurezza e un’occupazione a bassa produttività; e tra i più giovani aumenta il mercato dei ’lavoretti’ e la politica dell’arrangiarsi.
Si registra il “ko economico dei millennial” che hanno “un reddito inferiore del 15,1% rispetto alla media dei cittadini” e una ricchezza familiare che, per i nuclei under 35, è quasi la metà della media (-41,2%).
Nel confronto con venticinque anni fa, rispetto ai loro coetanei di allora, gli attuali giovani hanno un reddito inferiore del 26,5% (periodo 1991-2014), mentre per la popolazione complessiva il reddito si è ridotto solo dell’8,3% e per gli over 65 anni è invece aumentato del 24,3%.
Una situazione che gli esperti del Censis definiscono come un vero e proprio “ko economico” per i giovani di oggi. Se andiamo indietro di un quarto di secolo, i giovani risultano sempre con un reddito inferiore rispetto alla media della popolazione, ma soltanto del 5,9%: un divario decisamente inferiore. Per gli over 65 invece il reddito medio è aumentato del 24,3%.
La ricchezza di tutti gli italiani è salita complessivamente del 32,3% negli ultimi 25 anni, e per gli anziani risulta cresciuta addirittura dell’84,7%. Numeri che fotografano un divario sempre più ampio tra i giovani e gli altri italiani: 25 anni fa i redditi degli Under 35 superavano la media del 5,9%, mentre oggi sono inferiori del 15,1%, la loro ricchezza era inferiore del 18,5%, oggi di oltre il 40%.
Nel 1991 il 49,7% dei giovani era proprietario dell’abitazione in cui viveva mentre nel 2014 la loro percentuale è scesa del 43,9%. Nello stesso periodo gli anziani proprietari dell’abitazione sono invece decollati dal 64,7% al 75,2%. Negli ultimi 10 anni il tasso di disoccupazione dei 15-34enni è quasi raddoppiato, passando dal 13,5% al 23,2% mentre tra le persone con oltre 35 anni è aumentato dal 4,6% all’8%.
La quota di giovani che con il loro reddito arriva con difficoltà alla fine del mese è oggi pari al 43,5%, cioè quasi 20 punti percentuali in pù rispetto a dieci anni fa, mentre la percentuale scende al 34,4% tra gli adulti e al 34,2% tra gli anziani.
I cosiddetti Neet, i giovani che non studiano e non lavorano sono a livelli record secondo l’Istat, secondo cui la percentuale tra i 15-29enni è salita dal 19,3% al 25,7% tra il 2008 e il 2015: il massimo in Europa.
Una rivoluzione anche nelle forme di convivenza: oggi in Italia vivono 4,8 milioni di single (+52,2% dal 2003 al 2015), 1,5 milioni di genitori soli (+107% di padri e +59,7% di madri), ci sono 1,2 milioni di libere unioni (+108%), mentre diminuiscono le coppie sposate (-3,2%) e quelle coniugate con figli (-7,9%).