Centri per migranti, business milionario: chi ci guadagna

Centri per migranti, business milionario: chi ci guadagna

L’ultimo rapporto sui migranti dell’organizzazione europea Migreurop rivela che tenere aperti i centri di accoglienza è un’attività redditizia.

Negli ultimi trent’anni i paesi europei hanno speso tanti soldi per impedire ai migranti di entrare nel territorio dell’Unione europea.

Dopo l’abolizione delle frontiere interne stabilita dai trattati di Schengen negli anni Novanta si è investito sul rafforzamento di quelle esterne dell’Unione europea .

Dal 2015, con l’arrivo di un milione di profughi, i paesi europei hanno ulteriormente esteso la detenzione dei migranti irregolari e dei richiedenti asilo, introducendo i cosiddetti hotspot, centri per l’identificazione delle persone appena arrivate sul territorio europeo.

Tra il 2003 e il 2013 l’Unione europea e l’Agenzia spaziale europea hanno finanziato 39 progetti di ricerca e sviluppo sulla messa in sicurezza delle frontiere per un totale di 225 milioni di euro.

A beneficiare di questi finanziamenti sono state in particolare Thales group, Finmeccanica e Airbus.

Uno studio del Transnational institute, pubblicato nel luglio del 2016, stima che entro il 2022 la militarizzazione delle frontiere potrebbe creare un giro d’affari di 29 miliardi di euro all’anno.

Come funziona in Italia

In Italia la possibilità di recludere gli stranieri irregolari è prevista dall’articolo 14 del testo unico sull’immigrazione:

“Il questore dispone che lo straniero sia trattenuto per il tempo strettamente necessario presso il centro di identificazione ed espulsione più vicino, tra quelli individuati o costituiti con decreto del ministro dell’interno”.

In Italia i centri dipendono dal ministero dell’interno, la loro gestione è affidata a cooperative sociali e, da qualche anno, anche ad aziende private.

Gli appalti sono assegnati in base a bandi di gara il cui principale criterio di selezione è il risparmio.

Secondo un’inchiesta del 2013 condotta dall’associazione Lunaria, tra il 2005 e il 2011 il sistema di detenzione degli stranieri è costato un miliardo di euro, spesi in buona parte per la gestione dei Cie.

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