Chinnici trasferito all’Istituto minorile Malaspina di Palermo, noto per l’eccellenza

Chinnici trasferito all’Istituto minorile Malaspina di Palermo, noto per l’eccellenza

L’europarlamentare Caterina Chinnici ha visitato l’istituto penale per i minorenni Malaspina a Palermo, poco dopo l’approvazione del decreto carceri. La visita è stata guidata dalla direttrice Clara Pangaro, dal comandante di reparto Corrado Pintaldi e da vari operatori come educatori e psicologi. Chinnici conosce bene l’istituto, avendo ricoperto ruoli importanti presso Tribunali per i Minorenni in Sicilia. Ha elogiato la struttura per la cura e l’attenzione rivolta ai minori per il loro recupero e reinserimento nella società.

Durante la visita, Chinnici ha notato che l’istituto offre varie attività ai ragazzi, come sport, giardinaggio, teatro e corsi di cucina. In particolare, ha evidenziato la presenza di una spaziosa piscina dedicata esclusivamente ai giovani detenuti. Ha dichiarato che l’istituto Malaspina rappresenta un’eccellenza da prendere come esempio a livello nazionale e anche europeo.

Chinnici ha anche parlato del suo impegno a livello europeo per migliorare la legislazione riguardante i minori. Nel 2018 è stata relatrice della prima direttiva sulla tutela dei minori coinvolti in procedimenti penali. Si è impegnata a lavorare su altri aspetti della tutela dei minori, come la loro sicurezza online e la prevenzione della violenza tra minori.

Ha sottolineato che il sovraffollamento carcerario riguarda anche gli istituti penali per i minori, seppur in misura minore rispetto alle strutture per adulti. In Italia, 17 istituti penali minorili registrano sovraffollamento in 7 di essi. È importante dotare queste strutture di personale qualificato per supportare i ragazzi detenuti nel loro percorso di recupero.

Chinnici ha evidenziato l’importanza di far sì che la detenzione sia un momento di recupero e rieducazione, non solo di punizione. Ha sottolineato che è essenziale occupare il tempo in carcere con lo studio, la formazione e lo sport per evitare situazioni di ribellione e tensione. Ha fatto riferimento ai recenti eventi a Torino e Milano come esempi di ciò che può accadere quando la funzione detentiva non include progetti di reinserimento sociale.

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