Chiusura del giacimento di El Sharara in Libia causa il Movimento Fezzan – Italpress.
Un gruppo di uomini ha chiuso nella notte il giacimento petrolifero di El Sharara, nel sud-ovest della Libia. Bashir Al-Sheikh, capo del Movimento Fezzan, ha riferito ad Italpress che un gruppo non ancora identificato ha deciso di chiudere il giacimento dopo aver ricevuto istruzioni a tal proposito. Questo giacimento è di grande importanza per la Libia, producendo fino a 350.000 barili al giorno.
Non è la prima volta che El Sharara subisce una chiusura. All’inizio di quest’anno, gruppi di manifestanti hanno bloccato l’accesso al giacimento per richiedere miglioramenti nelle condizioni di vita, la costruzione di una raffineria nel sud, il ripristino delle strade e la risoluzione dei problemi di approvvigionamento di carburante. La produzione è stata ripresa due settimane dopo.
Secondo Al-Sheikh, questa volta la chiusura del sito non è stata orchestrata dal suo movimento, ma piuttosto da Saddam Haftar, figlio di Khalifa Haftar, il potente leader della Cirenaica. Saddam avrebbe deciso di chiudere il campo per il coinvolgimento della compagnia spagnola “Repsol”. Tuttavia, Al-Sheikh ha smentito qualsiasi coinvolgimento da parte del suo gruppo e ha respinto le accuse.
Saddam Haftar è stato fermato per un’ora dalle autorità italiane al suo ritorno a Bengasi a causa di un mandato di arresto emesso in Spagna per il suo presunto coinvolgimento nel contrabbando di armi. Al suo rientro in Libia da Roma, è stato informato dell’esistenza di questo mandato. Attualmente si stanno compiendo sforzi per revocare il mandato di arresto e riprendere le attività nel giacimento petrolifero di Sharara.
Saddam Haftar aveva già minacciato la chiusura del campo di El Sharara lo scorso anno, in seguito alla scoperta di armi destinate agli Emirati e alla Libia orientale. La polizia spagnola aveva confiscato il carico, rivelando il trasporto illegale di materiale bellico. Saddam aveva ottenuto in precedenza delle licenze per trasportare merci dagli Emirati, ma il contenuto effettivo del carico era diverso da quanto dichiarato.
Ambienti giornalistici di Tripoli e Bengasi confermano questa versione degli eventi, anche se il Comando generale di Haftar non ha rilasciato ancora dichiarazioni ufficiali. La situazione rimane delicata, con pressioni da parte di attori occidentali e libici per risolvere la questione e riprendere la produzione nel giacimento petrolifero.