Clima: Il riepilogo delle decisioni della Cop29 a Baku – opinioni contrastanti da parte dei partecipanti
La Cop29 di Baku si è conclusa con un accordo controverso per affrontare la crisi climatica. I Paesi sviluppati dovranno finanziare la transizione energetica e l’adattamento climatico dei Paesi in via di sviluppo con 300 miliardi all’anno fino al 2035. L’obiettivo è metà di quanto richiesto, suscitando critiche dalle Ong. La Cina è esclusa dalla lista dei Paesi responsabili dei finanziamenti. I Paesi più vulnerabili accettano l’accordo nonostante disagi. La transizione dai combustibili fossili non è menzionata. Biden e l’Unione europea accolgono favorevolmente l’accordo, mentre Macron esprime delusione. Guterres auspica maggiore ambizione.
Accordo contrastante alla Cop29 di Baku sulla crisi climatica
L’accordo conclusivo della 29esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Baku si è chiuso con un risultato contrastante. I Paesi ricchi sono stati obbligati a finanziare la transizione energetica e l’adattamento climatico dei Paesi in via di sviluppo con 300 miliardi di dollari l’anno fino al 2035.
La decisione più contestata è stata l’importo per i finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo, che rappresenta solo la metà di quanto richiesto. Ong hanno criticato lo sforzo ritenuto poco significativo considerando l’inflazione. L’accordo prevede che i fondi pubblici dei Paesi sviluppati siano integrati da investimenti privati o da fonti alternative, come tasse globali.
È emersa la questione della responsabilità finanziaria per il clima anche da parte di Paesi come la Cina e i Paesi del Golfo. L’accordo invita i Paesi non sviluppati a dare un contributo finanziario volontario, accettando finanziamenti tramite banche multilaterali. I Paesi più vulnerabili hanno evitato di bloccare l’accordo e hanno accettato sfide più ambiziose per il futuro.
Nonostante le reazioni contrastanti, l’accordo è considerato un passo avanti nella lotta al cambiamento climatico. Speranze per un impegno più ambizioso sono state esposte, con l’appello di Antonio Guterres a utilizzare l’accordo come base per ulteriori azioni. L’India ha espresso delusione per l’importo ritenuto insufficiente, mentre l’Unione europea e il Regno Unito hanno accolto positivamente il compromesso raggiunto alla Cop29.
Esito contraddittorio della Cop29 di Baku sulla crisi climatica
La 29esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si è conclusa con un accordo contraddittorio a Baku, affrontando le sfide della crisi climatica in modo controverso. L’obbligo per i Paesi ricchi di finanziare la transizione energetica e l’adattamento dei Paesi in via di sviluppo è stato fissato a 300 miliardi all’anno fino al 2035.
La decisione più contestata è stata relativa alla somma che i Paesi sviluppati dovrebbero garantire ai Paesi in via di sviluppo, che è stata fissata a 300 miliardi, la metà di quanto richiesto. Questo bilancio è stato criticato dalle Ong come un’azione insufficiente e poco ambiziosa per affrontare la crisi climatica.
L’accordo di Baku prevede che i Paesi più ricchi contribuiscano con fondi pubblici, investimenti privati e possibili tasse globali per raggiungere un totale di 1.300 miliardi di dollari all’anno entro il 2035 per i Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, la Cina ha rifiutato di essere inclusa nell’elenco dei Paesi responsabili dei finanziamenti per il clima.
Anche se l’accordo è stato salutato come storico da alcune figure politiche, molte critiche sono state sollevate da vari attori, tra cui i Paesi più vulnerabili che lo ritengono insufficiente e troppo debole per affrontare efficacemente la crisi climatica.
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