Consulta boccia legge Madia, frenata sul licenziamento dei furbetti del cartellino
I furbetti del cartellino potrebbero passarla liscia. La Corte costituzionale ha dichiarato illegittima della riforma Madia per la pubblica amministrazione. La Consulta non ha ritenuto legittime le deleghe al governo per la riorganizzazione della dirigenza pubblica.
La legge prevedeva, tra gli altri articoli, il licenziamento rapido degli assenteisti e di chi usava lo “stratagemma del cartellino”, per la tutela dei dipendenti onesti. Secondo la Consulta è necessaria la previa intesa ed esclude il governo da decisioni autonome per il riordino della Pa, ma sottolinea che “le eventuali impugnazioni delle norme attuative dovranno tener conto delle concrete lesioni delle competenze regionali, alla luce delle soluzioni correttive che il Governo, nell’esercizio della sua discrezionalità, riterrà di apprestare in ossequio al principio di leale collaborazione”.
Ora che quattro articoli della riforma sono stati bocciati, chi aveva perso il posto di lavoro potrebbe riottenerlo. I lavoratori disonesti, sorpresi a fare colazione al bar dopo aver timbrato l’accesso al Comune, intenti nello shopping o a fare la spesa, ora potranno fare ricorso in caso di licenziamento. La guardia di finanza ha messo a disposizione circa settemila ore di pedinamenti e videoregistrazioni. Per 29 dipendenti di Siracusa era scattato il reato di truffa aggravata.
Sei articoli del decreto dovranno essere riscritti. Nel frattempo il governo ha due possibilità: o revocarli o sospenderne l’applicazione. E’ certo che non mancherà una pioggia di ricorsi.
Il caso era stato sollevato da “Striscia la notizia”, che pedinò e riprese decine di dipendenti pubblici. Le decisioni in materia licenziamenti restano in mano alle sole pubbliche amministrazioni, estromettendo il governo da decisioni autonome. La legge sarà riscritta e riadattata in modo da renderla costituzionale, ma al momento gli enti pubblici dovranno denunciare gli assenteisti e seguire le disposizioni precedentemente assegnate. Stessa cosa dovranno fare i dipendenti che si accorgono della disonestà dei colleghi o verranno denunciati a loro volta.