Cop29 a Baku: l’impatto dei cambiamenti climatici e le strategie per contrastare il riscaldamento globale attraverso otto grafici
I leader mondiali si sono riuniti a Baku per discutere della crisi climatica e dei finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo durante la Cop29. La principale preoccupazione è la finanza climatica per sostenere gli sforzi di riduzione delle emissioni. Nel 2024 si prevede il record di temperatura più alto mai registrato, con la soglia di 1,5 gradi Celsius oltre la media preindustriale superata. Le principali economie come Cina, Stati Uniti e India sono tra i principali emettitori di Co2, mentre le nazioni della penisola arabica hanno le più alte emissioni pro capite. E’ necessario agire urgentemente per evitare scenari di aumento delle temperature globali.
La Cop29 a Baku: la crisi climatica in otto grafici
Nella capitale dell’Azerbaigian, i leader mondiali si sono riuniti per discutere della crisi climatica e dei finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo. La Cop29 è iniziata con l’obiettivo di affrontare in modo urgente le sfide climatiche che minacciano la Terra, con particolare attenzione alla finanza climatica per sostenere i Paesi più vulnerabili.
Durante le discussioni, è emerso che il 2024 potrebbe essere il più caldo mai registrato, con un aumento delle temperature che supera la soglia critica di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Nonostante gli sforzi dell’Unione europea e di altri Paesi per ridurre le emissioni di gas serra, i numeri mostrano un aumento costante delle emissioni globali, con la Cina che continua a contribuire in modo significativo.
Le energie rinnovabili stanno emergendo come alternativa ai combustibili fossili in molti Paesi, ma è necessario fare di più per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050. Gli scenari futuri delineati dall’Ipcc indicano che, senza interventi immediati, le temperature potrebbero aumentare di oltre 2°C entro il 2100, con conseguenze disastrose per il pianeta.
La sfida climatica richiede azioni concrete e rapide da parte di tutti i Paesi, con un impegno concreto verso la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. La Cop29 a Baku rappresenta un’opportunità cruciale per adottare misure concrete e sostenibili per affrontare la crisi climatica e proteggere il nostro pianeta per le generazioni future.
La crisi climatica e i finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo: la situazione attuale
La Cop29 a Baku ha messo in evidenza l’importanza della finanza climatica per sostenere i Paesi in via di sviluppo nelle loro sfide legate alle emissioni di gas serra e all’adattamento ai cambiamenti climatici. Nonostante i progressi compiuti da alcuni Paesi, come l’Unione Europea, le emissioni globali continuano a aumentare, con la Cina che contribuisce in modo significativo a questo trend.
I dati mostrano che i Paesi industrializzati come la Cina, gli Stati Uniti e l’India sono tra i maggiori emettitori di CO2, mentre le nazioni della penisola arabica sono ai primi posti per emissioni pro capite. Inoltre, molti Paesi hanno fissato obiettivi ambiziosi per raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050, ma sono ancora lontani dall’obiettivo di neutralità climatica.
Nel 2023, l’Ue ha ridotto le proprie emissioni di gas serra del 34%, ma resta ancora molto da fare per raggiungere gli obiettivi stabiliti. Settori chiave come l’energia e l’industria stanno registrando una diminuzione delle emissioni, anche se i combustibili fossili restano la principale fonte energetica in molti Paesi.
Secondo le previsioni del Panel on Climate Change, l’adozione di scenari più ambiziosi potrebbe limitare l’aumento della temperatura globale a 1,4°C entro il 2100. Tuttavia, in assenza di interventi significativi, le temperature potrebbero salire di oltre 2°C, mettendo a rischio la sicurezza climatica del pianeta.
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