Cop29: i piccoli Stati insulari, i più vulnerabili alla crisi climatica e i meno considerati

Cop29: i piccoli Stati insulari, i più vulnerabili alla crisi climatica e i meno considerati

Il consulente delle piccole nazioni insulari si lamenta dei negoziati finanziari alla Cop29, sottolineando la mancanza di impegno da parte dei Paesi ricchi. Le tattiche di negoziazione “tit-for-tat” sono evidenti in settori come la mitigazione, l’adattamento e la trasparenza. L’AOSIS è in lizza per il nuovo obiettivo di finanziamento per i Paesi in via di sviluppo, mentre si discute sul finanziamento per perdite e danni. I Paesi industrializzati vengono criticati per le loro promesse finanziarie insufficienti. Inoltre, il consulente esprime scetticismo sul sistema di crediti di carbonio, evidenziando la necessità di sostegno concreto per affrontare l’azione climatica.

Finanziamenti alla Cop29: le criticità secondo il consulente delle piccole nazioni insulari

Il consulente Michai Robertson, rappresentante delle piccole nazioni insulari, è preoccupato per lo stato dei negoziati sui finanziamenti alla Cop29. Le concessioni fatte dai Paesi in via di sviluppo sono poche, portando a una situazione di stallo e mancanza di sostegno concreto per affrontare il cambiamento climatico.

Durante il vertice a Baku, Robertson ha espresso la sua frustrazione riguardo alla mancanza di volontà dei Paesi ricchi di impegnarsi maggiormente per favorire la transizione. I diversi blocchi stanno utilizzando tattiche di negoziazione “tit-for-tat” in settori cruciali come mitigazione, adattamento e trasparenza, anziché cooperare per trovare soluzioni efficaci.

I Paesi in via di sviluppo, inclusa l’Alleanza dei piccoli Stati insulari (AOSIS), stanno lottando per ottenere un nuovo obiettivo di finanziamento per il clima che sostituisca gli attuali 100 miliardi di dollari annui. Tuttavia, la proposta di escludere il finanziamento per perdite e danni dall’obiettivo ha causato frustrazione e risentimento tra le nazioni colpite direttamente dai cambiamenti climatici.

Robertson mette in discussione anche l’efficacia di un sistema di crediti di carbonio basato sul mercato, sottolineando che non fornisce un sostegno adeguato per affrontare l’emergenza climatica. Mentre i governi si dividono sul funzionamento di questo sistema, l’Azerbaigian ha recentemente annunciato un accordo sulle regole di base per un mercato globale supervisionato dalle Nazioni Unite, sollevando dubbi sul suo impatto positivo per i Paesi in via di sviluppo.

Finanziamenti alla Cop29: Le preoccupazioni delle piccole nazioni insulari


Questo articolo è stato pubblicato originariamente in italiano.

Un consigliere che rappresenta le piccole nazioni insulari ha espresso la sua frustrazione per l’apparente mancanza di volontà da parte dei Paesi ricchi di impegnarsi maggiormente per favorire la transizione verso azioni climatiche più sostenibili. Le richieste di un nuovo obiettivo di finanziamento per il clima per i Paesi in via di sviluppo non sembrano trovare ascolto.

Durante i negoziati alla Cop29 a Baku, in Azerbaigian, il consulente ha evidenziato le tattiche di negoziazione utilizzate da diversi blocchi, che sembrano concentrarsi principalmente su aspetti finanziari anziché sul vero impegno per affrontare il cambiamento climatico. La mancanza di supporto per affrontare le perdite e i danni causati dai disastri ambientali è stata descritta come una situazione difficile da accettare.

Inoltre, la proposta di un sistema di crediti di carbonio basato sul mercato non sembra essere la soluzione ideale per garantire azioni concrete a favore del clima. Mentre i Paesi ricchi possono pagare per ridurre le emissioni, rimane il dubbio sulla reale efficacia di tali meccanismi nel promuovere azioni significative per contrastare il riscaldamento globale.

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