Crisi Usa, non c’è accordo sul bilancio di governo: scatta lo shutdown
Crisi Usa. Altro duro colpo per la presidenza di Donald Trump. Il Senato dalla risicata maggioranza repubblicana respinge il provvedimento sul bilancio di governo e innescando il temuto shutdown, ovvero la chiusura degli uffici amministrativi federali.
Crisi Usa: bloccati i fondi federali
Lo «shutdown» è la chiusura di tutte le attività non essenziali dell’amministrazione per mancanza di fondi. Il blocco è scattato alla mezzanotte e un minuto di Washington, le 6 e un minuto in Italia, termine entro il quale il Senato avrebbe dovuto ratificare la legge di bilancio licenziata dalla Camera che per le prossime 4 settimane avrebbe garantito le risorse necessarie al funzionamento del governo.
Si tratta del primo shutdown dell’amministrazione Usa dal 2013 quando durò 16 giorni e 850.000 dipendenti pubblici rimasero, temporaneamente, senza stipendio. L’approvazione della misura richiede una maggioranza di almeno 60 voti favorevoli in Senato, ma i democratici hanno posto come condizione la conferma delle tutele per i «dreamer»´, i giovani immigrati portati negli Stati Unti da piccoli da genitori clandestini.
Il twett del Presidente: “Non si mette bene”
«Non si mette bene» ha poi rettificato in serata via Twitter, quando si è reso conto che non si sarebbe arrivati ad un’intesa, poco prima del voto. «I democratici vogliono lo shutdown per svilire il grande successo dei tagli alle tasse e ciò che stanno comportando per la nostra economia in forte espansione», ha attaccato il miliardario.
Cosa comporta la misura dello shutdown
Lo shutdown prevede la messa in congedo forzato dei dipendenti pubblici a partire da quelli meno essenziali come ad esempio quelli che lavorano negli uffici per il rilascio dei passaporti. Non ricevono lo stipendio anche se in passato sono riusciti a recuperarlo, in modo retroattivo, dopo che l’accordo sul bilancio è stato raggiunto. I militari, considerati essenziali, restano in servizio durante lo shutdown ma non vengono pagati, anche se impegnati in operazioni di guerra. Continuano a funzionare, tra gli altri, i servizi per il controllo del traffico aereo e le Poste. I parlamentari continuano a ricevere lo stipendio perché lo prevede la legge.