Crosetto: Il Piano di Difesa È Un Approccio Strategico Oltre L’Arsenal

Crosetto: Il Piano di Difesa È Un Approccio Strategico Oltre L’Arsenal

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Il Piano di Difesa Europea: Una Visione Strategica Necessaria

Nella recente intervista rilasciata a Radio24, il Ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha espresso la sua opinione sul piano di difesa europea, meglio conosciuto come Readiness 2030. Secondo Crosetto, questo piano presenta un approccio “molto industriale, ma poco strategico”. L’attenzione, spiega il Ministro, non dovrebbe concentrarsi esclusivamente sulla produzione di armamenti, ma piuttosto sulla costruzione di una difesa adeguata alle reali esigenze geopolitiche.

“Invece di focalizzarci su quanti armamenti produrre, dobbiamo chiederci quali capacità vogliamo raggiungere e quale contesto internazionale ci aspetta,” ha affermato Crosetto, sottolineando che “non si tratta solo di avere una difesa, ma di costruirla in relazione a ciò che ci potrebbe riservare il futuro.” Questo approccio complesso, a suo avviso, manca di una dimensione veramente europea e si basa su 800 miliardi promessi dalla Commissione Europea, presieduta da Ursula von der Leyen. Secondo il Ministro, questi fondi dovrebbero gravare su indebitamento e investimenti nazionali.

Investimenti Nazionali e Strategia Europea

Crosetto ha evidenziato la necessità che gli stati membri non subiscano un aumento del débito pubblico e dei tassi di interesse a causa di investimenti in difesa. “Dobbiamo assicurarci che questo indebitamento non impatti sui bilanci pubblici e non faccia lievitare i costi del denaro,” ha dichiarato, invitando a sviluppare una vera e propria visione europea in ambito difensivo.

Il Ministro ha anche messo in guardia sul fatto che la sicurezza dell’Europa rimane fortemente legata agli Stati Uniti: “Senza il supporto americano, non esiste difesa né deterrenza occidentale.” La relazione transatlantica è, dunque, cruciale per garantire una protezione efficace e duratura. Crosetto ha ricordato che dopo la fine della Guerra Fredda, mentre gli Stati Uniti hanno continuato a investire nella loro difesa, l’Europa ha ridotto significativamente le spese in questo settore. “Abbiamo goduto di questo ombrello protettivo, ma ora dovremo affrontare una realtà diversa,” ha aggiunto.

Crosetto ha anche fatto notare che, sebbene gli Stati Uniti non abbiano intenzione di abbandonare la NATO, la tendenza è quella di disinvestire dall’Europa. “Abbiamo chiesto il tempo necessario per costruire una sostituzione autonoma dell’intervento americano sul suolo europeo,” ha specificato, suggerendo che il processo richiederà dai cinque ai dieci anni.

La necessità di un percorso autonomo per la difesa europea è un tema ormai dibattuto anche da altre figure politiche, come il presidente francese Emmanuel Macron, che ha spesso parlato di maggiore sovranità europea in ambito difensivo. Macron ha recentemente sottolineato l’importanza di costruire un’Europa che parli con una voce unica e che possa garantire la propria sicurezza senza dipendere esclusivamente da alleanze esterne.

Diverse fonti ufficiali, come il sito web della NATO e documenti strategici emessi dall’Unione Europea, confermano l’importanza di un approccio coeso e coordinato per la sicurezza europea. Per esempio, nel “Strategic Compass” presentato nel 2022, la NATO ha ribadito la necessità di una maggiore cooperazione tra gli stati membri per far fronte a sfide globali crescenti, tra cui la crescente influenza della Russia e la competizione con potenze emergenti come la Cina.

In sintesi, il Ministro Crosetto e altri leader europei sembrano concordare sull’urgenza di una revisione strategica della difesa europea. La sicurezza non può più essere un tema trattato solo in termini di risorse economiche, ma deve abbracciare una visione complessiva che tenga conto delle dinamiche globali e dell’interdipendenza delle nazioni europee.

Per garantire una difesa efficace, sarà fondamentale che i paesi europei collaborino, poiché un’Europa unita è essenziale per affrontare le minacce future. Le dichiarazioni di Crosetto evidenziano, quindi, un’interessante evoluzione del dibattito sulla difesa europea: non basta più un semplice aumento degli investimenti militari, ma serve una strategia che metta in primo piano l’interesse collettivo degli stati membri e un approccio lungimirante, che possa posizionare l’Europa come attore centrale nel panorama della sicurezza globale.

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